Mario Sechi
da Roma
Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Irak e Italia. Il Niger-Game si gioca su una vasta mappa nella quale si leggono interessi sovrapposti e contrastanti.
In America la storia delle false lettere dellambasciata nigerina sul traffico di uranio con Saddam Hussein è un tassello del più ampio Cia-gate nel quale lamministrazione Bush si gioca la sua credibilità e i democratici, oggi allopposizione, un pezzo del loro incertissimo futuro.
In Gran Bretagna il governo Blair è sotto tiro per lormai famigerato white paper sulle armi di distruzione di massa dellIrak che diede lo spunto alla Casa Bianca per parlare di «un tentativo iracheno di acquistare uranio in Africa». Quel libro bianco che secondo i risultati della commissione dinchiesta di Lord Butler «was well founded» (era ben fondato).
In Francia il problema è quello della linea politica dellEliseo contro lintervento in Irak, dei silenzi-assensi dei servizi segreti della Dgse alle richieste di chiarimento degli Stati Uniti e della Gran Bretagna e, non ultimo, limbarazzo per il link tra Rocco Martino («il postino» del carteggio taroccato) e gli agenti a Roma e Bruxelles della stessa agenzia transalpina.
In Italia si è provato invece a dipingere uno scenario in cui Rocco Martino e lex colonnello del Sismi Antonio Nucera sono «soci» in un depistaggio a favore degli Stati Uniti. Scenario smentito ripetutamente e a tutti i livelli istituzionali (dallFbi a Palazzo Chigi) fino ai diretti interessati (Martino e Nucera) con i quali il Giornale ha avuto modo di parlare. Nonostante ciò, il partito mediatico contro le «Tre B» (Bush, Berlusconi e Blair) continua la sua campagna. Alimentata dai blogger liberal dOltreoceano che scrivono, dettano la linea e lindomani vedono confermato il loro pensiero dai desk dei giornali politicamente affini. È un sistema che si autoalimenta, un gioco facile da scoprire confrontando gli articoli sul web e quelli, dellindomani, in edicola.
Ieri La Repubblica ha ripreso il nostro colloquio con Martino, cercando di dare credito alla sua tesi (a cui anche nel centrosinistra della politica e dei giornali non crede più nessuno) per cui il colonnello Nucera era o luomo del Sismi incaricato da Forte Braschi di depistare o un elemento deviato dei Servizi. Nessuno dei due scenari trova riscontro prima nei fatti (le indagini dellFbi e della procura di Roma, le smentite del National Security Council e di Palazzo Chigi, le spiegazioni date dal direttore del Sismi Pollari al Copaco) e dopo nel racconto sia dello stesso Martino («il Sismi non centra») che del colonnello Nucera («il Sismi non centra»).
Parliamo di fatti, nessuna fonte anonima, di quelle che invece abbondano in troppi resoconti della stampa italiana e internazionale. E non si fa nessun sillogismo per cui se Pollari è a Washington nel 2002 ha parlato sicuramente di uranio, o se Martino era un collaboratore del Sismi fino al 1999, allora Forte Braschi è nella partita dal 2001 con linvio di report e documenti di cui per ora non cè traccia.
Negli Stati Uniti il settimanale Newsweek cita la conversazione del Giornale con Martino, ma fa una clamorosa rivelazione che rivelazione non è: Martino non è mai stato interrogato dallFbi. E a supporto della notizia (rilanciata anche da Repubblica) cita la solita «fonte anonima». Perbacco. Non cera alcun bisogno di scomodare chissà quale agente segreto senza identità per dare un tocco di mistery allarticolo. Rocco Martino ha sempre detto che non è mai stato interrogato dallFbi. Lha ripetuto al magistrato Ionta e nel colloquio con il Giornale venerdì scorso. Bastava leggere tutto e non solo una parte del tutto. Il senatore Jay Rockefeller - gettonatissimo del partito anti «Tre B» - ora attacca lFbi: «Non posso dare un giudizio sullaccuratezza delle indagini». La faida americana è una cosa, ma lindagine del Bureau sullItalia è chiusa, la posizione del Sismi archiviata. Fine? Macché, Repubblica laltro ieri rispolvera la solita fonte anonima che nega levidenza. Se il vicedirettore Fbi John Miller dice ufficialmente che il caso Italia è chiuso, «mister x» spiega che resta aperto. A chi credere?
Dalle rive del fiume Potomac a Washington si passa alle sponde del Tamigi a Londra, dove il quotidiano The Independent riprende il racconto di Martino e lo inquadra nellattività dellMi-6, il servizio segreto di Sua Maestà, nella ricerca delle prove sulle armi di distruzione di massa in Irak. I cronisti del quotidiano anti-Blair sono sulla stessa pista di Repubblica: collegare le lettere false smistate da Martino al Libro bianco sullarsenale di Saddam, e dunque confutare il rapporto della commissione Butler e quel «was well founded» che per i laburisti suona come unoffesa. Il problema è che anche The Independent fa confusione. Prima dice che il Sismi avvisò delluranio inglesi e americani nellottobre del 2001 (ma il Sismi apprende del falso dossier quando lAiea certifica che è taroccato, il 3 marzo 2003), poi dice che «non è chiaro quando Martino lo dà al quartier generale dellMi-6 in Vauxhall Cross». Non è chiaro? È chiarissimo: Martino si incontra con gli agenti inglesi una sola volta, a Bruxelles, nel 2003.
Il tentativo di portare indietro o avanti le date del calendario è una costante pratica del Niger-Game, come è costante negare un fatto certo per cavalcarne uno (im)probabile. È per questo che linchiesta giornalistica del partito anti «Tre B» ha già un record non invidiabile: vanta il più alto numero di smentite.
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