Cronaca locale

«No alle leggi speciali, la capitale è Milano»

«Poteri speciali contrari alla logica istituzionale»

«Milano può e deve essere riconosciuta per quello che è, la Grande Milano. Milano deve imparare a chiedere. Ci vuole uno scatto d’orgoglio, un’accelerazione su tutti i fronti». Anche, o forse soprattutto, nei confronti di Roma. Letizia Moratti, candidato sindaco del centrodestra a Palazzo Marino, attacca decisa. Il patto preelettorale tra Prodi e Veltroni non le è proprio andato giù. La promessa, nei primi cento giorni di quello che allora era soltanto il possibile governo di centrosinistra, di una legge per dare a Roma poteri speciali «è contrario a ogni logica istituzionale». In soldoni, è proprio il caso di dirlo, ancora risorse per la Capitale. Che Veltroni, accusa la Moratti, «ora vuole utilizzare per ridurre l’Ici ai romani». «Veltroni - spiega la Moratti - ha promesso un piccolo sconto dello 0,2 per mille dell’Ici e ha detto che ciò sarà possibile grazie alle leggi speciali per Roma. Ma le risorse dello Stato non sono destinate a far risparmiare l’Ici ai romani. Quelli sono soldi di tutti, anche dei milanesi. Azzerare l’imposta per i piccoli proprietari è una misura di equità sociale che costerà al Comune di Milano 100 milioni di euro, il 6 per cento delle spese correnti. Risorse che si recuperano con qualche risparmio e un po’ più di efficienza».
Comportandosi così, sottolinea la lady ministra, si rischia di non riconoscere il valore, l’impegno e il lavoro dei milanesi e di migliaia di piccoli e medi imprenditori di tutta Italia. «Ma i milanesi sono fatti così - aggiunge - per carattere poco abituati a chiedere». E, invece, Milano produce il 10 per cento del Pil, ospita il 45 per cento delle imprese straniere con sede in Italia, nell’ultimo anno ha aumentato del 4 per cento l’occupazione, è stata scelta per ospitare l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. E, nella graduatoria delle grandi città europee, segue solo Francoforte, Stoccolma, Amsterdam e Zurigo. Classifica che non stupisce pensando che a Milano e in Lombardia si registrano il 38 per cento dei brevetti depositati in Italia, passano il 31 per cento degli investimenti privati in ricerca e sviluppo, il 70 per cento della spesa privata in ricerca e sviluppo e il 22 per cento di quella nazionale. Eppure le università milanesi l’ultima volta hanno portato a casa solo 223 milioni di euro dall’Inail per le residenze universitarie, mentre a Roma le tre università statali hanno ottenuto 500 milioni.
«Rischiamo grosso - ammonisce la Moratti -. Dalla politica nazionale arriva un dato preoccupante se lasciamo che le politiche economiche si basino su criteri che non tengono conto dei luoghi dove effettivamente si produce la ricchezza. Non vorrei finissimo in mano a un assistenzialismo statalista che rischia di penalizzare il motore dell’economia nazionale». La Milano dai conti in ordine. Quella che, grazie all’ottimo stato di salute delle aziende municipalizzate consente al candidato sindaco di annunciare per cinque anni il blocco dei biglietti per i mezzi pubblici. «Posso farlo perché le municipalizzate milanesi godono di ottima salute. L’Atm ha appena presentato un bilancio in attivo, un’altra dimostrazione delle qualità e delle capacità dei manager milanesi che ci permetteranno di aiutare chi ne ha bisogno». Un provvedimento che difficilmente potrà essere copiato da Veltroni. «A Roma l’azienda di trasporti registra deficit da record e il 75 per cento dei romani usa l’auto.

Manca una politica efficace per i mezzi pubblici e il Comune è costretto a utilizzare i soldi dei cittadini per ripianare il debito».

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