«No al cemento» E Oldrini silura l’assessore verde

A Sesto San Giovanni scontro sull’area del gruppo Campari

Gianandrea Zagato

Un esposto alla Soprintendenza ai beni ambientali e, oplà, il sindaco toglie le deleghe all’assessore Verde. Accade a Sesto San Giovanni, proprio in quella ex fortezza rossa che resta comunque punto di riferimento della sinistra che governa, che gestisce le riconversioni industriali. È lì, nel cuore dell’ex Stalingrado d’Italia, che il primo cittadino Giorgio Oldrini manda in crisi la maggioranza: «Il sindaco revoca con effetto immediato le deleghe all’assessore Fabio Fimiani e si riserva di convocare quanto prima i partiti di maggioranza per valutare le prossime decisioni».
Scelta politica assunta nel giro di una mattinata, si dice in Comune, dopo che a Oldrini sarebbe arrivata la soffiata sulla denuncia firmata dagli ambientalisti sestesi in merito al piano integrato di intervento Campari ovvero sull’area del gruppo omonimo, dove la riqualificazione oltre alla nuova sede della società di food and beverage prevede anche l’edificazione di due palazzi residenziali e di un museo. Progetto approvato dalla giunta e dal consiglio comunale, «anche con la firma del verde Fimiani che si era consultato con il direttivo del suo partito ottenendo un parere favorevole» commenta il sindaco.
Tentativo di dare una spiega politica alla decisione presa unilateralmente dopo quindici giorni di attacchi «al piano Campari» con manifesti e comunicati stampa dove il Sole che ride denunciava la propria insoddisfazione rispetto ai contenuti urbanistici dell’operazione e al rapporto costi-benefici. Due settimane culminate, mercoledì scorso, in una riunione di giunta al calor bianco: «Ho chiesto ai Verdi se avevano intenzione di dar luogo ad altre iniziative su questo tema. Risposta? No. Saputo però di un esposto alla Soprintendenza ai beni ambientali» continua Oldrini «ho ritirato le deleghe al loro assessore per ragioni di serietà e di rispetto reciproco».
Revoca che i Verdi giudicano quantomeno «impropria»: «L’amministrazione comunale dovrebbe serenamente rapportarsi con gli enti preposti alla tutela dei beni storico-architettonico-ambientali» fa sapere Fabio Corgiolu, presidente dei Verdi sestesi. «Anche perché» rivela «nessun esposto e tantomeno di carattere accusatorio è stato presentato alla Soprintendenza ma solo una lettera»: sì, una paginetta per conoscere l’esistenza o meno sui 25mila metri quadri dell’area Campari di particolari vincoli di carattere architettonico, storico, paesaggistico e ambientale. Richiesta non gradita, evidentemente, dall’amministrazione Oldrini che non è in grado dunque di governare Sesto neppure avendo il sostegno di una maggioranza più che bulgara.
«Si apre una crisi di giunta per una lettera che vuole verificare se sul parco Campari esistono dei vincoli. Un niente e la maggioranza va in pezzi.

Esempio lampante del futuro al Governo nazionale nella disgraziata ipotesi di vittoria delle sinistre qualora si dovesse discutere di tav, rigassificatori e pacs» chiosa Romano La Russa, europarlamentare e consigliere comunale di An in quel di Sesto. Nota non seguita da commenti della Quercia ormai sempre più stanca e spaccata sul sindaco descamisado che, giorno dopo giorno, fa franare quel che resta della roccaforte delle sinistre.

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