No dei ribelli al piano africano: «Gheddafi deve andarsene»

Un categorico “no” alla proposta di cessate il fuoco dell’Unione Africana che domenica Gheddafi aveva detto di accettare è venuta ieri dal Consiglio nazionale di Transizione (Cnt) libico, che ha ricevuto la delegazione dell’Ua a Bengasi. «Noi non negoziamo con il sangue dei nostri martiri - ha detto un portavoce -. Le truppe di Gheddafi se ne devono prima andare dalle strade e deve essere rispettata la libertà di espressione dei libici». In sostanza, il piano dell’Ua viene respinto dai ribelli perché non prevede l’allontanamento dal potere del Colonnello, ma si limita a prospettare le condizioni utili alla messa in atto di riforme politiche senza un cambio di regime. E invece per i ribelli libici, così come per i governi dei Paesi occidentali - Stati Uniti in testa - Gheddafi deve lasciare il potere.
La proposta dell’Unione Africana prevede tra l’altro la fine dei bombardamenti da parte della Nato, che da parte sua si è limitata a «prendere atto» dello sforzo mirante a porre fine alle violenze contro la popolazione civile. Ma per il momento nulla cambia, anche perché al di là delle promesse, anche questa volta Gheddafi non sembra affatto intenzionato a sospendere le proprie operazioni militari in Libia. Soprattutto a Misurata, città sotto assedio su cui ancora ieri sera piovevano missili lanciati dalle forze fedeli al raìs che mietono vittime tra i civili. Una tragedia che continua e che trasfroma ogni giorno di più nella riedizione nordafricana della città martire degli anni Novanta, la bosniaca Sarajevo. Come vent’anni fa nella città assediata dai serbi, anche nell’importante porto libico preso d’assedio vengono segnalati orrori quali il fuoco indiscriminato dei cecchini sui civili inermi, bambini compresi.
Sull’altro fronte della guerra libica, in compenso, una più decisa (e, una volta di più, decisiva) azione da parte degli aerei dell’Alleanza Atlantica ha consentito alle forze ribelli di porre fine all’ennesima offensiva gheddafiana contro la strategica città cirenaica di Agedabia, ormai stremata dai combattimenti. Ma Gheddafi non ha comuqnue alcuna intenzione di cedere, come risulta dalle segnalazioni di arrivo di nuove truppe mercenarie al suo servizio da Paesi africani come la Mauritania, ma anche di corpi d’elite inviati dal confinante Ciad, come riporta il quotidiano francese Le Figaro.


Intanto il ministro degli Esteri Franco Frattini ha annunciato per venerdì la visita a Roma di Mustafa Abdul Jalil, capo del Cnt di Bengasi. Jalil incontrerà Silvio Berlusconi e lo stesso Frattini, che il giorno prima sarà a Berlino per l’avvio dell’incontro dei ministri degli Esteri della Nato, ovviamente dedicata in gran parte alla situazione in Libia.

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