No global gemellati agli ultrà E a Genova ritorna la paura

La città ostaggio di 20mila manifestanti: nessuna «zona rossa» ma si temono scontri. Don Gallo: «Ho paura»

Ancora Genova, sei anni dopo il G8 del 2001. Vecchi fantasmi e nuove paure. Città blindata. E i cittadini che masticano amaro: «Basta poco per riaprire le ferite del passato... ». Questa volta non ci sarà nessuna «zona rossa» da difendere, ma il colore del sangue sfregia ancora muri e anime.
Oggi pomeriggio sfilerà il corteo promosso dai comitati che si battono per la «verità» sui fatti della scuola Diaz. È la «verità» di chi contesta la linea adottata dalla magistratura nei processi per le devastazioni avvenute durante la tre-giorni della vergogna: 225 anni complessivi di carcere per 25 imputati. Almeno 20mila persone divise in due fazioni che non si parlano, anzi danno l’impressione di farsi la guerra: da una parte quelli che chiedono la «costituzione di una commissione di inchiesta parlamentare che indaghi su quanto avvenuto nel capoluogo ligure nell’estate più nera della recente storia italiana»; dall’altra chi ha già individuato negli agenti i «responsabili della devastazione della città e delle violenze nella caserma di Bolzaneto». Trenitalia ha predisposto due treni speciali: uno dal Sud, con partenza da Napoli, e uno dal Nord-Est, con partenza da Venezia e transito da Milano; le Fs non hanno garantito convogli gratis e questo potrebbe creare disordini proprio nelle stazioni ferroviarie. Ma ciò che più preoccupa è l’incognita «cani sciolti».
La lunga giornata dei no global inizierà alle 10 nell’ex auditorium della facoltà di Architettura di Sant’Agostino, nel centro storico di Genova. I lavori del forum si concluderanno alle 13. Poi due ore di «riposo» e alle 15 il momento clou su cui le forze dell’ordine faranno bene a tenere gli occhi aperti. Da 24 ore sono stati rimossi tutti i cassonetti e le auto lungo il percorso del corteo. Don Gallo, uno degli organizzatori, confessa: «Non bisogna avere paura, anche se io un po’ ne ho... ».
Il timore è infatti che al corteo possano partecipare anche frange di black bloc «calcistici» che, raccogliendo l'invito rivolto loro nei giorni scorsi dal leader dei Disobbedienti, Luca Casarini, potrebbero far fronte comune con comitati e centri sociali per protestare contro la polizia, dopo l’assurdo episodio di domenica scorsa in cui ha perso la vita il tifoso laziale Gabriele Sandri. Senza contare che oggi a Genova si riuniranno per un «vertice strategico» gli ultrà di Genova, Sampdoria, Atalanta e Parma. No global gemellati con gli hooligans nostrani. Come non temere il peggio?
La presenza delle forze di polizia, fanno sapere dal Viminale, sarà «discreta ma garantita». Una formula che puzza di compromesso e che ricorda da vicino la «resa» delle forze dell’ordine all’indomani dell’uccisione del tifoso laziale. Una tragedia che ha saldato il peggio dei centri sociali di tutta Italia con il peggio delle curve. Mix esplosivo già fornito di innesco.
Sulla strada i manifestanti troveranno la sede dell’Autorità portuale di Caricamento, gli uffici della polizia municipale, le sedi della Regione Liguria e la sede della Banca d’Italia. Tutto obiettivi «sensibili» ad altissimo rischio.

Pare inoltre che alcuni commercianti, decisi a tenere aperti i negozi, avrebbero ingaggiato vigilantes privati nell’eventualità di dovere far fronte agli attacchi dei manifestanti. In città resta un clima di tensione nonostante le rassicurazioni di prefetto e questore: «Non ci sono motivi per supporre che la manifestazione non sia pacifica». Questione di poche ore e sapremo se hanno visto giusto.

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