"No al parcheggio" La sinistra al caviale paga per bloccare i lavori

SANT’AMBROGIO Politica e salotti Cini Boeri, Vitale, Milly Moratti e compagni chic lanciano una colletta contro il posteggio troppo vicino a casa

Proprio non ce la fanno a rassegnarsi. Sembra che non vogliano capire. Eppure un «si» dovrebbe essere di immediata comprensione. Sono i residenti di piazza Sant'Ambrogio, con vista basilica e ruspe, che non si rassegnano all'idea della realizzazione del parcheggio sotterraneo.

A dire di sì sono state le sovrintendenze, il «Comitato dei saggi», gli ex sindaci Gabriele Albertini e Letizia Moratti e l'attuale, Giuliano Pisapia. «Eppure Pisapia in campagna elettorale aveva detto che lo avrebbe fermato» tuonano i residenti indignati. E dire che il 24 giugno e il 18 luglio l'assessore ai Lavori pubblici di Palazzo Marino, Lucia Castellano, ribadiva il via libera del Comune al parcheggio da 586 posti auto sotto la basilica romanica.

«I nostri amici sono diventati nemici - tuona Jacopo Gardella - tra i firmatari dell'appello -. Gli assessori Castellano e de Cesaris esagerano addirittura il costo della penale per la paura che hanno di rivedere il piano della precedente giunta».

Due giorni fa i residenti, riuniti nel comitato, e guidati da Italia Nostra, hanno consegnato al sindaco la loro raccolta firme, che ha superato quota 700, insieme con l'appello per chiedere la revoca della concessione. «Ci hanno detto che revocare la concessione costerebbe 10 milioni di euro di penale - spiega Cini Boeri, architetto, anima “guerrigliera” del comitato dei residenti, nonchè madre dell'assessore alla Cultura Stefano Boeri -. Benissimo, facciamo una colletta internazionale per pagare la penale, se questo è il problema. In tutto il mondo conoscono e apprezzano la basilica romanica e ne conoscono il valore artistico- storico- culturale.

Basti pensare che all’Ucla, l’università di Los Angeles, c’è addirittura un plastico di Sant’Ambrogio e uno per Santa Maria delle Grazie». Qualche tempo prima l’economista Marco Vitale rilanciava parlando di «sottoscrizione ad hoc».

Non solo, a sottoscrivere la nobile causa in difesa dell’arte, si contano nomi altisonanti. Quando c’è da difendere un’opera d’arte - si sa - la borghesia milanese non bada a spese, spendendo il proprio nome prima ancora dei danèe. Ecco allora schierata tutta la gauche caviar: dalla famiglia Caccia Dominioni, quella dell’architetto Luigi, autore della omonima casa in piazza Sant’Ambrogio, a quella Moratti, firmataria è Milly, moglie di Massimo e cognata di Letizia, Luca Beltrami Gadola, l’architetto Jacopo Gardella figlio di Ignazio, esponente del Razionalismo lombardo. Ancora Rosellina Archinto, Carlo Ripa di Meana, e la regista Marina Spada. Accanto a loro personalità schierate politicamente come Giuseppe Boatti, docente al Politecnico, Damiano di Simine presidente lombardo di Legambiente, Eugenio Galli di Ciclobby, Fulco Pratesi, presidente del Wwf, Gabriella Valassina, portavoce del comitato Navigli. L’idea della sottoscrizione pubblica per finanziare la penale in cambio della cancellazione dell’opera contestata non è nuova: a lanciarla per primo il Comitato Navigli, in lotta decennale contro i box sotto la Darsena. Ma è anche vero che nessun ricorso al Tar, fiaccolata, polemica interna alla giunta, discese in campo autorevole poterono, se non la decisione dell’ex sindaco Moratti, che revocò la concessione. Così se l’assessore ai Lavori pubblici Castellano brucia il contratto della ditta appaltatrice per la realizzazione del parcheggio in piazzale Lavater e non in piazza Sant’Ambrogio, forse non è un caso. Una decisione politica forse non si può comprare, seppur in buona fede. E cosa diranno i residenti delle periferie che non hanno la fortuna di avere un ricco vicino di casa che si può accollare le spese per la distruzione del palazzo in costruzione che toglie la luce del sole?
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