«No al parcheggio sotto la Darsena»

Marta Bravi

Non si danno pace. Non si vogliono rassegnare a uno degli ennesimi scempi che sta accadendo a Milano. Sono i rappresentanti dei comitati dei Navigli che ieri si sono riuniti per discutere del parcheggio sotterraneo della Darsena. Chiedono alla Moratti che il progetto venga rivisto: «Il sindaco ha dimostrato un atteggiamento diverso, più disponibile all’ascolto rispetto ad Albertini. Perché allora non ripensare a questa eredità che la giunta precedente ha lasciato?». «Non svendiamo Milano» è lo slogan della battaglia. Le preoccupazioni dei cittadini vanno ai recenti ritrovamenti archeologici. Ritrovamenti che non lasciano insensibile l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi che ha abbracciato la causa della Darsena. «Sottoporrò la questione al sindaco. Questo parcheggio è inaccettabile».
Duranti gli scavi, infatti, è stata rinvenuta la conca Viarenna, la prima conca, o chiusa, in Europa, risalente addirittura al 1439. Progettata da due ingegneri della Fabbrica del Duomo per risolvere il problema del passaggio delle chiatte dai Navigli alla cerchia interna (l’attuale via De Amicis) venne studiata da Leonardo da Vinci che ne riporta il disegno nel codice Atlantico. Non solo, sono emersi dalla terra anche i basamenti in ceppo delle cinquecentesche mura spagnole e quattro metri lineari dell’antico porto.
Insomma si tratta di un monumento idraulico del 1200, unico nel suo genere, che andrebbe valorizzato. Cosa che non avviene con la costruzione di un parcheggio. «Il problema - ha spiegato l’assessore alla Viabilità Edoardo Croci - sono le penali. Siamo disponibili, qualora non ci fossero altre soluzioni, a organizzare mostre, eventi culturali, manifestazioni per raccogliere i fondi necessari purché si salvaguardi un patrimonio storico, artistico e archittetonico unico».
I comitati vanno oltre la provocazione, riprendendo in mano un progetto degli anni ’80 che indicava l’area di piazza Cantore come luogo ideale per un parcheggio.

«Spostare l’opera di duecento metri non mi sembra un problema, soprattutto se si tratta di salvare opere del 1400. Solleverò il problema. E poi le penali sono l’ultimo dei problemi - commenta Sgarbi -, le ditte devono rispondere alle decisioni della pubblica amministrazione e non viceversa».

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