No alla «ztl» a Chinatown: negozianti pronti alla serrata

Trasloco dei grossisti al parco sud. Il Comune: «Se lo scordino»

Chinatown a traffico limitato? La guerra dei commercianti è già partita e per portare a casa il risultato italiani e cinesi si alleano. «Siamo pronti alla serrata», annuncia il portavoce dell’associazione Paolo Sarpi, Giovanni Berardinello. Nei giorni scorsi il sindaco Letizia Moratti ha dettato la linea dura: con o senza il trasloco dei grossisti «che lì non possono più restare», da settembre scatterà la ztl nel quartiere, ed entro l’estate 2009 via ai cantieri per trasformare via Sarpi in un’isola pedonale. Ma i negozianti sono in fibrillazione, «se il Comune non ascolterà le nostre proposte abbassiamo le serrande, sì a un rilancio della zona, anche con una parziale pedonalizzazione - spiega Berardinello - ma la ztl colpisce al cuore la vocazione commerciale della strada e mette a rischio degrado e sicurezza». L’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli non chiude le porte al dialogo, anzi: «Se i commercianti hanno delle proposte alternative o complementari alla ztl, vengano a farcele e siamo pronti a discuterne - afferma - purchè siano veloci e garantiscano la stessa efficacia». Ma il Comune vuol cambiare volto al quartiere ed entro l’autunno scatterà la «fase uno»: rendere la vita dura ai grossisti per convincerli a lasciare il quartiere. «Basta temporeggiamenti», assicura Masseroli.
Un concetto ribadito ieri mattina ad Angelo Ou e Luigi Sun, gli imprenditori che avevano lanciato a febbraio - con la benedizione del Comune e del console cinese a Milano, Zhang Limin - il progetto dell’«Asian Trading Center» in via dei Missaglia. Convocati a Palazzo Marino dal vicesindaco Riccardo De Corato e dagli assessori Masseroli e Tiziana Maiolo, la cordata che aveva fatto retromarcia a marzo, quando il consiglio aveva votato la mozione per l’avvio della ztl, ha accettato di riprendere in mano il progetto. «Solo come consulenti esterni - precisa Ou - e se ci saranno le condizioni per operare serenamente, che ora mancano». In Comune è sempre più chiaro che a Lacchiarella «saranno poche» le attività cinesi in arrivo dalla Chinatown milanese, i capannoni, spiega la Maiolo, «vengono occupati dai cinesi di altre città, da Prato a Palermo». Dalla comunità e dallo stesso console continua ad arrivare la richiesta di un’area del parco sud, in via Ripamonti, ma De Corato fuga ogni dubbio: «Non ci pensino, è un’area agricola. Per il Comune l’unica area disponibile in città per un’operazione di delocalizzazione seria è quella di via dei Missaglia. Se vogliono restare in via Sarpi sappiano che da settembre ci saranno le telecamere e saranno inesorabili: chi farà carico-scarico fuori dagli orari consentiti sarà multato». Perchè il messaggio arrivi chiaro al mittente «faremo un volantino in lingua cinese per spiegare al quartiere come cambia la viabilità».

Per agevolare i trasferimenti, spiega Maiolo, «ci sono contributi regionali e statali a disposizione delle imprese», non ultimo quello approvato ieri dal Comune per chi investe in periferia. Lunedì alle 15, nuova puntata a Palazzo Marino: invitati al tavolo console, residenti e commercianti.

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