Del Noce passa alle le vie legali

Il direttore di Raiuno: "Non ho nulla da temere, i risultati del mio lavoro parlano per me. Mi conforta l'alto monito del Presidente della Repubblica"

Del Noce passa alle le vie legali

Roma - Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce decide di ricorrere alle vie legali dopo la pubblicazione delle intercettazioni su La Repubblica. «Ho dato mandato ai miei legali Giuseppe Benedetto e Gian Domenico Caiazza - afferma in una dichiarazione - di procedere perché vengano individuati i responsabili del gravissimo atto per il quale intercettazioni stralciate, perché processualmente irrilevanti, sarebbero state inserite nel fascicolo conclusivo delle indagini preliminari di una nota inchiesta giudiziaria, e per conseguenza divenute di pubblico dominio».

"Non ho nulla da temere" «Ho già dichiarato ieri, e ribadisco oggi, che nulla ho da temere da dette intercettazioni, in quanto il mio comportamento è sempre stato volto a perseguire l’interesse dell’azienda Rai per la quale lavoro. I risultati del mio lavoro - continua il direttore di Rainuo - parlano per me. Le numerose vertenze giudiziarie che ho avviato contro Mediaset a tutela della onorabilità mia e della rete che dirigo dimostrano, ove ve ne fosse ulteriormente bisogno, che so tenere distinte le mie idee politiche (alle quali, sia chiaro, non abdico), dai miei comportamenti personali e professionali. L’alto monito del Presidente della Repubblica, riguardante le barbarie delle intercettazioni divulgate a uso politico, - conclude Del Noce - rappresenta un sicuro conforto per queste mie determinazioni».

L'ad di Rai Trade Nardello: "Mai contatti con Mediaset" «Non ho mai avuto contatti con Mediaset». Carlo Nardello, amministratore Delegato di Rai Trade, si è espresso così a proposito del suo presunto coinvolgimento nell’alleanza segreta tra Rai e Mediaset. All’epoca delle intercettazioni da parte della magistratura nell’ambito di una inchiesta sul fallimento Hdc e a cui fanno riferimento le indiscrezioni giornalistiche, Carlo Nardello era a capo dei palinsesti Rai. «Tra i direttori di palinsesto non ci si consulta mai, è la prima regola deontologica. O, almeno, io non l’ho mai fatto. Inoltre non ho mai avuto da Flavio Cattaneo, l’allora direttore generale Rai, indicazioni perchè fosse ritardata la diffusione di dati relativi all’esito delle elezioni amministrative del 2005». Quanto al fatto che, dalle intercettazioni, sembrerebbe che il presunto accordo nella definizione di palinsesti Rai e Mediaset dell’aprile del 2005 possa anche aver riguardato la copertura televisiva degli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II. «Sono rimasto ferito e ho provato fastidio - spiega Nardello - per questo accostamento. Proprio io che amavo quel Papa, impensabile una cosa simile.

Sicuramente era un evento da curare con ogni possibile attenzione e di quelli da non sbagliare: erano 25 anni di Pontificato di Giovanni Paolo II e sarebbe stato grave fallire. Abbiamo dedicato ben 110 ore di trasmissione, con 45 edizioni straordinarie dei Tg. Cosa ben diversa dal dire che ci si accordava su come coprire l’evento» 

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