Il nodo dei terreni

La questione dei terreni di Expo è tutt’altro che risolta. Il nodo è ancora lì, da sciogliere. L’altro giorno il sindaco Letizia Moratti sembrava aver aperto un piccolissimo spiraglio verso la newco, avvicinandosi per la prima volta alla soluzione sostenuta da Formigoni: «Non l’abbiamo mai esclusa» aveva detto. Ma ieri ha stroncato definitivamente l’ipotesi della società a capitale pubblico: «Non è più una strada percorribile» ha detto tranchant. «La newco - ha spiegato il sindaco - è già stata scartata. Abbiamo lavorato per sei mesi ed è stata valutata come non percorribile. Siamo sì aperti a tutte le strade, purché siano percorribili». Dunque il sindaco, apre a soluzioni alternative a quella del comodato d’uso gratuito (qualora il responso dell’agenzia del territorio si rivelasse negativo) e indica nuove opzioni. Non entra ancora nello specifico, ma si tratterebbe si ipotesi diverse da quelle finora in campo della società veicolo a capitale di maggioranza pubblica chiamata ad acquistare i terreni privati.
«Se qualcuno ha una terza soluzione - insorge il presidente della provincia di Milano, Guido Podestà - la descriva nel dettaglio e poi ci si ragiona. Siamo felicissimi di sapere che c’è una terza via, ma non si può dire che c’è senza dire qual è». In sostanza Podestà, che nelle ultime settimane è sceso in campo a favore della newco, sprona ad abbreviare i tempi. Già la questione dei terreni sta facendo slittare di un mese la tabella di marcia e la gara d’appalto. Meglio giocare a carte scoperte e accorciarli il più possibile. Per la Provincia, al momento, le uniche ipotesi sul campo sono, appunto, il comodato d’uso gratuito (da perfezionare attraverso un accordo di programma) o l’acquisto attraverso newco (con la partecipazione volontaria dei privati delle aree assieme alle istituzioni), anche se la questione è considerata morta e sepolta per il Comune.
«Se l’accordo di programma si perfeziona a breve - puntualizza Podestà - è inutile che ci stiamo a inventare chissaché, ma nel momento in cui c’è una lentezza da questo punto di vista, io non sono negativo in modo preconcetto a una soluzione diversa. Ho già detto che come Provincia non abbiamo le risorse per partecipare a un investimento sulle aree, ma se questa è l’unica strada possibile perché no?».
Nonostante il dibattito sui terreni sia ancora aperto e nonostante l’allarme sui tempi, l’ad di Expo Giuseppe Sala si sente ottimista sulla riuscita dell’evento e sulla disponibilità degli 1,7 miliardi di euro per le opere infrastrutturali.

Durante l’audizione in commissione a Palazzo Marino, Sala ha riconosciuto la necessità di un approfondimento con la Camera di Commercio e la Provincia di Milano, i due soci più in difficoltà con i pagamenti. Ma assicura che la società riuscirà a chiudere in pareggio già nel 2015.

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