«Noi anziani condannati alla paura in casa»

«Noi anziani condannati alla paura in casa»

Siamo una coppia di pensionati che usa trascorrere in compagnia del proprio gatto le vacanze estive in un paesino dell’alta Val Trebbia in una casa in mezzo al bosco isolata dalle altre poche case che costituiscono il nucleo del paese. Per noi che amiamo la natura è uno stacco ideale dalla città. È la nostra vacanza. Dallo scorso inverno però in questi piccoli paesi della vallata sono cominciate nelle case abitate incursioni di delinquenti creando terrore nella poca gente che ancora vi abita e che si trova totalmente indifesa contro queste aggressioni sia per la facilità di accedere alle abitazioni che per la impossibilità di aiuti da parte dei pochi carabinieri la cui stazione dista chilometri. La nostra vacanza quindi quest’anno è stata breve e caratterizzata dalla paura. Cosa possiamo fare per difenderci da chi ci aggredisce nelle nostre case per pochi spiccioli quando il Ministro dell’Interno non prende nessun provvedimento, il Ministro della Giustizia ha aperto le porte delle prigioni ai carcerati e il Governo invece di emanare severe leggi adeguate pensa solo a tassarci pesantemente? La verità è che quotidianamente oltre a difenderci da chi delinque subiamo una aggressione continua fatta di arroganza, promesse disattese e falso buonismo da chi dovrebbe proteggerci e guidarci in acque sicure. Sconfortata pensando alle generazioni future chiedo consiglio.

Genova
Cara signora Gianna, quando leggiamo lettere come la sua ci sentiamo toccati nel vivo. Ma, più ancora, ci sentiamo impotenti. In una regione come la nostra, dove la maggior parte della popolazione è rappresentata da anziani, la tutela di questa categoria di persone dovrebbe essere al primo posto. Invece ci troviamo a registrare ogni giorno casi di truffe, raggiri, scippi fino ad arrivare ai casi gravissimi di rapine e aggressioni. Qui, come in ogni altra parte d’Italia.

E l’aggressione più grave è, come dice Lei, quella del falso buonismo che porta a garantire più chi delinque che le vittime dei delitti. Allora che fare? Noi, possiamo solo, come giornalisti, continuare a denunciare, e Voi, come cittadini onesti, usare l’arma della democrazia: il voto.
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