È in Italia da 17 anni, si sente europea da prima dell1 gennaio, data in cui il suo Paese dorigine, la Romania, è entrato nellUnione. È membro onorario del primo partito dei romeni in Italia e sul caso della giovane romena Doina Matei che ha ucciso Vanessa Russo, lattrice Ramona Badescu lancia un appello: «Non criminalizzateci». «LItalia - dice lattrice - non è un paese razzista, ne sono convinta, è vero però che cè chi soffia il fuoco sulle paure della gente e sul fatto indubbio che siamo ormai tanti, almeno un milione. Ma non bisogna generalizzare, un fatto criminoso come questo di Roma non dà diritto ad etichettarci tutti come degli assassini, poteva accadere anche tra italiani. Da sempre mi sento impegnata a combattere i pregiudizi che ci riguardano, sono troppi, come quelli che etichettano le donne dellEst come prostitute. Lasciamo in patria i nostri bambini, come nel caso di Doina Matei, per uscire dalla povertà e possiamo finire nel giro della prostituzione per sfamarli. Non voglio giustificare quella ragazza, sia chiaro, ma gli italiani oggi dovrebbero riconoscere di avere in ogni famiglia un lavoratore straniero che lavora per loro, e tra questi ci sono anche i romeni». Ramona Badescu ammette che prima di diventare famosa, lei stessa ha avvertito pregiudizi nei suoi confronti: «Una bella ragazza, straniera e appariscente, dunque - pensavano - facile da conquistare. Cè come un marchio su di noi, ritenute persone senza morale. Questi sono pregiudizi e mi ricordano quelli che avevano su di voi gli americani dopo la seconda guerra mondiale: tutti mafiosi».
Intanto la comunità romena in Italia ha espresso la volontà di costituirsi parte civile per i danni patiti da questa terribile vicenda. Porgendo «a nome di tutti i propri iscritti le più sentite condoglianze alla famiglia Russo alla quale si stringe in un caloroso abbraccio».
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