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«Noi l’anti-Inter, non la faremo scappare via»

TorinoNon è tipo da fuochi d'artificio, Claudio Ranieri. Meglio volare basso, se non si viene tirati per la giacchetta come accadde con Mourinho in estate. Poichè anche Ancelotti non ama esagerare, ecco che la vigilia di Juve-Milan trascorre via serena con l'allenatore bianconero che, al solito, rimanda a un futuro non meglio identificato le partite decisive nella corsa allo scudetto: «Chi dovesse perdere non sarebbe tagliato fuori dalla lotta per il tricolore, ma portare a casa la vittoria ci farebbe molto piacere perchè ci consentirebbe di guadagnare tre lunghezze proprio sui rossoneri e soprattutto di rimanere nella scia dell'Inter: dobbiamo starle a ruota, per fortuna nel calcio non sempre vince il più forte. Arrivare con uno svantaggio di meno sei alla pausa natalizia? Se si potesse diminuire non mi dispiacerebbe, anche perché, finché non lo dice l'aritmetica, non si è vinto nulla». Quel che dicono le statistiche è che in questo campionato la Juve non ha ancora battuto una grande, avendo pareggiato con la Fiorentina e perso contro Inter e Napoli: «Non c'è dubbio che ci manchi una vittoria di prestigio. Se arrivasse, tanto meglio: ma, in assoluto, conta di più la continuità».
Sotto allora con quello che Shevchenko ha eletto a «vero derby d'Italia». Partita che lo scorso anno fu vinta dai bianconeri in una serata dalle tinte forti: 3-2, doppiette di Inzaghi e Salihamidzic, gol del solito Del Piero. Del Piero che venne anche omaggiato di una targa per avere appena superato Scirea in testa alla classifica delle presenze bianconere e che invece stasera, in coppia con Amauri, andrà a caccia del suo primo gol su azione nell'attuale campionato. Chi invece rimarrà a guardare è Camoranesi, la cui spalla destra continua a far male: «Non sono ancora pronto per una partita vera - ha spiegato il centrocampista - . Gara decisiva? No: il campionato vero non comincerà prima di febbraio-marzo». Allineato con Ranieri, insomma. Il quale regala miele a tutto il Milan, in particolare a un Ronaldinho «capace di magie strepitose e di giocate che illuminano le notti. Starà a noi spegnerlo, anche se il Milan non è tutto lì. Per fermarlo dovremo spegnere il generatore centrale (Pirlo, ndr), senza dimenticarci che giocheremo contro il club campione del mondo. Una partita normale? Decisamente no: la metto sullo stesso piano di quella con l'Inter». Giusto per non offendere nessuno.

E la storia della vera anti-Inter?: «In realtà lo siamo già, se restassimo solo noi, sarebbe un guaio» azzarda alla fine.

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