Roma

Il noir delle canzoni adesso ispira i drammaturghi

Il rock diventa teatro, i brani popolari del passato si trasformano in monologhi e vanno in scena nello spettacolo Canzoni nere. Quattro scrittori, Luigi Bernardi, Franco Limardi, Gino Saladini e Giancarlo De Cataldo, l’autore di Romanzo criminale, si confrontano con quella che a teatro è detta «imposizione del mistero», cioè la possibilità di ridurre ogni storia a un thriller, e portano in scena lavori ispirati ai testi di brani pop e rock. Le quattro Canzoni nere andranno in scena domani alle 21 alle Scuderie del Palazzo Farnese di Caprarola, per la regia di Francesca Staasch, nell’ambito del Festival «Quartieri dell’Arte», dedicato alla drammaturgia contemporanea e giunto alla sua undicesima edizione. Il colore nero è il leit motiv dello spettacolo: «nere» sono le storie di banditi e assassini raccontate nei monologhi, noir è il genere che gli autori frequentano abitualmente. «I brani che abbiamo scelto hanno avuto un ruolo importante nella nostra formazione, accanto ai libri e ai film - dice lo scrittore Franco Limardi -. A volte si tratta di veri e propri romanzi, storie compiute che si svolgono nell’arco di tre minuti con una struttura narrativa impeccabile, senza crepe. Personalmente, poi, nell’adattare il brano di Tom Waits Romeo is bleeding ho voluto trasformare il protagonista, un immigrato messicano, in un “popolano” romano». Gli altri tre monologhi sono Lella di Gino Saladini, ispirato all’omonima canzone di Edoardo De Angelis, scelta dallo scrittore perché «semplice e orecchiabile, ma nella sua orecchiabilità parla di un omicidio in modo netto ed esplicito, senza allusioni». Tanti siluri per Joe, scritto da Luigi Bernardi e ispirato a Hey Joe di Jimi Hendrix, analizza il giorno successivo al delitto, vissuto attraverso i pensieri dell’assassino.

Infine, Cassandra di Giancarlo De Cataldo, tratto da I will survive di Freddie Perren e Dino Fekaris, racconta la vicenda di un poliziotto sotto copertura che cerca di entrare in una banda, unico testo dei quattro in cui non viene commesso il crimine.

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