Nokia, migliorano i margini e il titolo vola

da Milano

Nel primo trimestre del 2007 sono calate le vendite ma sono migliorati i margini per Nokia, il maggior produttore mondiale di telefoni cellulari. La contrazione è dovuta alla minor richiesta registrata in mercati ad alto potenziale di crescita come India e Cina. Ma in compenso il prezzo medio per cellulare, pur sceso a 89 euro, è considerato stabile dagli analisti e migliore degli 88 previsti. Secondo Helena Nordman-Knutson di Ohman Brokerage, «il prezzo medio di vendita è sostanzialmente stabile e la Borsa guarda più a questo che ai volumi». Il risultato è stato un rialzo del titolo Nokia di oltre il 4%. E l’utile per azione, 25 centesimi, si è dimostrato in linea con le attese. Le vendite, meno brillanti del previsto, sono comunque in crescita: nei primi tre mesi dell’anno infatti la società finlandese ha venduto 91,1 pezzi ossia il 21% in più rispetto a un anno prima ma sotto ai 93,2 milioni stimati. Quanto alla quota di mercato ondiale, essa è stabile al 36% distanziando la seconda in classifica Motorola che ha perso posizioni passando dal 23,3 al 17,5%.
«La società - ha detto l’amministratore delegato Olli-Pekka Kallasvuo commentando i risultati - intende focalizzarsi sul prodotto. Nokia l’anno scorso ha guadagnato quote di mercato in Europa, Asia-Pacifico e nei telefonini di terza generazione». Secondo Kallasvuo nel 2010 ci saranno nel mondo 4 miliardi di utenti per la telefonia cellulare. «La crescita - ha spiegato - sarà ancora una volta indirizzata sui mercati emergenti e non soltanto per i telefoni di basso prezzo. La Cina infatti è diventata il maggior mercato per quanto riguarda i cellulari multimediali, quelli che costano di più».
Il gruppo avverte tuttavia che nei prossimi mesi sono previsti «significativi oneri» derivanti dalla joint venture realizzata con Siemens per le reti di tlc che porterà tuttavia anche un risparmio di costi pari a 1,5 miliardi, in termini di sinergie.

Quanto al fatturato, Nokia registra una crescita del 4% a 9,86 miliardi, ma sotto le attese di 10,16 miliardi. Il margine lordo è sceso al 33,1% dal 34,1% di un anno prima, ma ha superato il 32% atteso dagli analisti. Per Jari Honko, analista di Eq Bank, è «nettamente migliore anche delle previsioni più ottimistiche».

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