Nomadi e abusivi, in città oltre 100 edifici occupati

Aree dismesse, leggasi terreno di conquista per le occupazioni abusive. Problema ben noto all’amministrazione, che di questo ha parlato più e più volte nei tanti tavoli apparecchiati con il governo. Il «Patto per Milano sicura», sancito con il Viminale nel maggio scorso, prevede espressamente: «Il prefetto e il sindaco, secondo le rispettive competenze, si impegnano in un’azione congiunta per contenere e ridurre il numero delle occupazioni abusive ed edifici dismessi». Allegato al testo dell’accordo, una mappa con 116 puntini colorati. Sono le aree e gli edifici oggetto di intrusioni o veri e propri espropri di fatto da parte di clandestini, nomadi, tossicodipendenti, disperati. Consapevolezza di un’emergenza che si rinnova proprio mentre torna alla ribalta il tema sgomberi. Il presidente della Casa della Carità, don Virginio Colmegna, s’è detto contrario agli interventi di sicurezza senza corrispettivi sociali.
Intanto una famiglia di sei persone è stata allontanata ieri dal Comune nel campo nomadi autorizzato di via Triboniano. «Niente sconti. Stiamo continuando a far rispettare il Patto di legalità, senza tollerare violazioni alle regole né accettare comportamenti scorretti», dichiara il vicesindaco Riccardo De Corato. La famiglia espulsa aveva lasciato libero il container per un periodo superiore a 5 mesi.

Da novembre altri sette romeni sono stati diffidati per aver commesso irregolarità contrarie allo spirito del Patto. I vigili hanno infatti accertato casi di «uso improprio degli spazi per il montaggio di pezzi di ricambio per auto, deposito di batterie usate, addirittura bancarelle per la vendita di indumenti.

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