Nomadi e sicurezza Albertini punta il dito contro la Provincia

Il sindaco: «Gli stupratori del Corvetto erano ospiti di campi rom. È ora che anche Penati si faccia carico del controllo di queste aree di clandestinità e di reati»

Ringrazia il prefetto Bruno Ferrante, il questore Paolo Scarpis e gli uomini della Squadra mobile, ma attacca pesante i dirimpettai di Palazzo Isimbardi. Il sindaco Gabriele Albertini interviene dopo l’arresto «degli stupratori del Corvetto» e approfitta dell’occasione per aggiungere al «plauso» e ai «sentiti ringraziamenti», pepate considerazioni generali e una frecciata non proprio innocua. «L’arresto degli stupratori del Corvetto ha portato un sospiro di sollievo in questa triste vicenda», la premessa dai toni formali. Che ritornano nel ricordare come «il problema della sicurezza continui a essere molto sentito dai milanesi» e che «fatti come quello accaduto venerdì dimostrano che esso richiede di essere affrontato in maniera decisa e sistematica». Poi il tenore delle affermazioni si fa più ruvido. «Bisogna stare all’evidenza dei fatti - prosegue Albertini -. Primo: gli stupratori sono clandestini. Secondo: hanno trovato ospitalità nei campi rom variamente diffusi sul suolo cittadino. Ai cittadini, ai quali mi unisco, deve essere garantita la certezza del diritto, senza scappatoie. Giudizio e, se del caso, pene certe e in tempi brevi. Per quanto riguarda gli insediamenti rom, si deve ancora una volta puntare il dito sugli egoismi localistici dei quali è puntellato il costume italico. È miope scaricare i problemi quasi interamente sulla città di Milano per quanto grande e importante essa sia. I Comuni dell’area metropolitana facciano la loro parte». E, perché il destinatario comprenda chiaro e forte il messaggio, il sindaco fa nomi e cognomi. «La Provincia, l’ente sovraterritoriale, in questi ultimi mesi ha dimostrato di essere molto interessata alla gestione della cultura di Milano. È auspicabile che cominci a dimostrare altrettanta attenzione e sensibilità ai temi della sicurezza nell’area metropolitana: faccia anch’essa la sua parte e indichi proposte».
Immediata la replica di Palazzo Isimbardi. A nome del presidente Filippo Penati risponde l’assessore alla Sicurezza Alberto Grancini che auspica «tavoli» e «integrazione dei rom». «Quanto all’impegno di Palazzo Isimbardi - le sue parole - voglio ricordare che abbiamo già attuato progetti con oltre 60 Comuni per la sicurezza partecipata che consente di avere diverse pattuglie sul territorio la sera, il sabato e la domenica come deterrente degli illeciti e come dimostrazione della presenza delle istituzioni. Quanto ai nomadi, ribadiamo ancora una volta che la legalità va rispettata e ricordiamo al sindaco Albertini che è necessario sedersi a un tavolo per trovare con tutti i Comuni della provincia, compreso quello di Milano, zone dove collocare campi più piccoli di quelli attuali e dotati di servizi che consentano l’integrazione dei rom. Finora non abbiamo avuto risposta. Speriamo che dopo le dichiarazioni si facciano passi concreti».


Ieri, intanto, la giornalista di Telepadania Giulia Macchi e un operatore sono stati aggrediti e insultati nel campo nomadi di via Triboniano dove erano appena arrivati per cercare di fare alcune interviste tra le baracche dove abitava uno dei violentatori di via Ripamonti. Solo l’intervento di quattro volanti ha evitato il peggio.

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