Prima la controversa scelta del capogruppo in consiglio comunale, adesso l’annunciato rimpasto di giunta in Provincia con l’irrobustimento delle deleghe di Cristina Stancari che riceverà anche quella all’Idroscalo (finora nelle mani di Podestà) e l’impennata delle quotazioni dell’ex assessore della giunta Moratti Giovanni Terzi e del consigliere di Zona 2 Marzio Nava. Nomi che hanno ieri scatenato le ire del gruppo pdl. Non c’è pace, dunque, nel partito che riorganizza le fila dopo la batosta elettorale. E rimette mano agli organigrammi per affrontare a ranghi compatti la campagna d’autunno. «Un periodo decisivo - spiega un dirigente di viale Monza - per mettere in difficoltà Giuliano Pisapia che ancora non è riuscito a mettere ordine nella sua improvvisata armata brancaleone. E far ripartire da Milano la riscossa».
Con Palazzo Isimbardi che diventa uno dei nodi strategici per riaffermare la capacità di buongoverno del centrodestra. Soprattutto ora che è nato il nuovo asse di ferro tra il governatore Roberto Formigoni e il presidente della Provincia Guido Podestà. Che da qualche tempo ha annunciato un rimpasto di assessori, il promesso tagliando di metà mandato per dare nuovo vigore all’attività amministrativa. Sfumate le candidature dell’ex assessore della giunta Moratti Andrea Mascaretti che preferisce rimanere in consiglio comunale e dell’ex capogruppo del Pdl a Palazzo Marino Giulio Gallera che ha rifiutato l’assessorato all’Ambiente come risarcimento per la mancata riconferma a capo del gruppo. «Perché io non abbandono la battaglia - la sua durissima reazione - Visti i voti che ho preso, conquistati uno per uno e non come Masseroli che li ha avuti dalla Compagnia delle Opere, mi sembra un obbligo morale dover restare in consiglio». Frasi che alimentano ancora il conflitto interno con l’anima ciellina e quella liberal mai così lontane. Così come sempre più lontani sono il coordinatore regionale Mario Mantovani e Podestà. Che, non a caso, tra i primi nomi degli assessori da sostituire ha pensato proprio quello del mantovaniano di ferro Luca Squeri. «Ma sarebbe assurdo - si lamenta qualcuno - che su dodici posti nella giunta, al coordinatore regionale non ne toccasse nemmeno uno». E così la margherita da sfogliare per Podestà si fa sempre più avara. Coi ricorrenti nomi dell’assessore a Moda ed Expo Silvia Garnero che è però appoggiata dal sottosegretario Daniela Santanché e dai berlusconiani e di Paolo Del Nero sul quale però Formigoni ha posto il veto. Molto difficile anche che a traslocare possa essere Giovanni De Nicola, garantito dall’anima ex an del partito e da Ignazio La Russa che non a caso non lo ha fatto correre alle ultime elezioni comunali. Sarà dunque difficile per Podestà, che fino a domenica sarà lontano da Milano, far quadrare i conti. Anche perché al girare del nome di Nava, nei consiglieri c’è stata una vera e propria insurrezione. Con tanto di «corvo» che ha immediatamente fatto circolare su Internet un documento in cui si ricorda come Nava sia stato eletto in Zona 2 con la Rosa nel Pugno nel 1996 e avrebbe chiesto l’abolizione della Provincia. Ma anche firmato un «appello ai compagni del Partito socialista per auspicare una loro confluenza nel Partito democratico». Legato a Mascaretti (è nel consiglio del Circolo popolare europeo) era l’uomo di Podestà per la presidenza del consiglio di Zona 2 e oggi nel cda di Afol Milano.
Ma del rimpasto di Podestà vorrebbe approfittare anche la Lega. Tra gli indiziati, l’assessore alla Famiglia e Politiche sociali Massimo Pagani.
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