da Roma
Palazzo Chigi ha cambiato orientamento sulle nomine dei vertici delle società controllate dallo Stato. «Il rinvio è di danno al Paese - ha dichiarato ieri il premier dimissionario Romano Prodi - e si cercherà di procedere con un accordo, uno scambio approfondito con lopposizione».
Si tratta di una vera e propria svolta rispetto alle intenzioni manifestate sino alla fine della scorsa settimana. Pochi giorni dopo la caduta del governo, lex consulente di Prodi, Angelo Rovati, aveva sottolineato che la materia sarebbe stata di competenza dellattuale esecutivo. Affermazioni subito smentite dal portavoce prodiano Silvio Sircana il quale ribatté che sarebbe stato il prossimo governo a occuparsi del caso. Infine ieri la presa di posizione di Prodi che, a Camere ormai sciolte, ha invocato la collaborazione del centrodestra.
Sul tavolo restano sempre i soliti nodi da sciogliere. Ad aprile, mese nel quale si terranno le elezioni, si svolgeranno le assemblee di Eni, Enel e Terna. I manager (Scaroni, Conti e Cattaneo) furono nominati nel 2005 dal governo Berlusconi.
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