da Londra
Imbarazzo, sorrisi tirati, bocche cucite. Tirava brutta aria ieri pomeriggio a Downing Street dopo linterrogatorio della polizia subito da Tony Blair nellambito dellinchiesta sullo scandalo dei prestiti in cambio di onorificenze.
Il premier britannico è stato sentito soltanto in qualità di testimone e di persona informata dei fatti, tuttavia la faccenda è poco piacevole. È infatti la prima volta che un capo di governo ancora in carica viene ascoltato dalla polizia nel corso di unindagine criminale.
Gli investigatori di Scotland Yard sono arrivati a Downing Street ieri in tarda mattinata, e si sono trattenuti con Blair per circa due ore. «Il primo ministro ha parlato con la polizia. Non cè stato nessun mandato di comparizione e non era accompagnato da un legale», è stato il laconico commento che i giornalisti sono riusciti a strappare al suo portavoce. Il primo ministro ha lasciato lufficio verso le 14.30 per recarsi a Bruxelles, dove lattendeva una riunione della Commissione europea. Secondo la Bbc non sarebbe stato il capo dellinchiesta, John Yates, a condurre il colloquio, ma alcuni suoi assistenti.
Lindagine della polizia era stata aperta qualche mese fa in seguito a una denuncia presentata dal partito nazionalista scozzese, che allora aveva già messo in serie difficoltà il governo laburista. Lo scandalo aveva occupato le prime pagine dei quotidiani nazionali per giorni e giorni proprio nel periodo in cui lelettorato stava già mostrando una forte disaffezione verso il primo ministro. Lo Scottish National Party lo aveva apertamente accusato di aver nominato come membri della Camera alta quella i cui appartenenti non vengono eletti facoltosi e spesso controversi uomini daffari in cambio di prestiti a favore del partito laburista. Esiste infatti una legge del 1925 che vieta la «vendita» di onorificenze di Stato.
«Dato che era stata presentata una denuncia specifica su persone nominate pari del Regno dal primo ministro, era previsto che la polizia volesse ascoltarlo», ha dovuto ammettere il portavoce di Blair. Nella deposizione sembra che il premier abbia confermato di essere stato a conoscenza di una serie di prestiti non dichiarati fatti da alcuni uomini daffari che erano stati poi eletti alla Camera dei Lord, ma ha negato seccamente che esista un qualsiasi collegamento tra le due cose. Ha invece precisato le ragioni che hanno motivato ogni singola onorificenza, sottolineando di aver agito in qualità di leader politico, così come è sempre stato fatto dalle altre compagini e nel rispetto delle regole previste per i sostenitori del partito.
La questione non sembra però così semplice come Blair lha esposta. Uno dei quattro finanziatori eccellenti che avrebbero dovuto sedere alla Camera alta si è visto chiudere le porte in faccia subito dopo che la storia del suo finanziamento «segreto» era venuta a galla. E gli altri sono stati costretti a rispondere a decine di domande.
Nellambito dellinchiesta Scotland Yard ha già sentito circa 90 persone, tra cui la maggior parte dei membri che hanno fatto parte dellesecutivo di Blair nel 2005. «Certo per mister Blair è una brutta giornata», ha commentato ieri il corrispondente politico della Bbc, e la sua opinione appare largamente condivisa anche da una parte dellopposizione.
Nomine in cambio di soldi, interrogato Blair
Facoltosi uomini daffari finanziavano il partito laburista in cambio di seggi alla Camera dei Lord. Il premier nega ogni collegamento
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