Aveva puntato sulla moral suasion. Allindomani della nomina a Palazzo Isimbardi, il presidente Guido Podestà era stato chiaro: «Credo debba esserci un rapporto fiduciario tra chi viene nominato e lamministrazione in carica». Tradotto: i manager che grazie alla delega di Filippo Penati occupano poltrone di enti, istituzioni e aziende partecipate sono pregati di dare le dimissioni. «Poi valuteremo se riconfermarli o meno, ma mi aspetto questo atteggiamento», aveva detto Podestà. Costretto un mese e mezzo dopo alle maniere forti. Fase due dello «spoil system»: per un centinaio degli uomini di Penati salta la poltrona, senza se e senza ma. Ieri il presidente ha firmato i decreti che revocano tutti i rappresentanti designati dalla (ex) Provincia nei consigli di amministrazione il cui incarico scadeva dopo il primo gennaio 2010. Solo Enrico Corali aveva tolto il disturbo dal cda della società Expo, beau geste replicato da Penati, confermato dal suo successore fino alla scadenza nel cda della Scala.
Dal terremoto di ieri invece si salvano le poltrone di presidenti e amministratori delegati. Sotto la lente ovviamente quelle di Milano-Serravalle e Asam, i cui mandati scadono a maggio 2010, e la rimozione prima di quella data sarebbe costata alle casse di Palazzo Isimbardi pesanti buonuscite. Rimangono in sella quindi il presidente di Serravalle Giampio Bracchi e il suo ad Massimo Di Marco, mentre salta il consigliere Luigi Vinci.
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