La vicenda della defenestrazione dei direttori delle Asl laziali continua a far discutere. Dopo le polemiche per il doppio stipendio che la Regione dovrà pagare ai manager licenziati e a quelli di nuova nomina, adesso allinterno della maggioranza si discute non tanto del possibile spreco quanto invece delle quote e dei lotti in ballo intorno ai sedici nomi che andranno a occupare le poltrone delle aziende sanitarie lasciate libere dal siluramento dei dirigenti. Se due giorni fa era toccato alla Quercia mettere le mani avanti, smentendo di aver messo becco nella scelta dei direttori e «suggerendo» al presidente Marrazzo e allassessore alla Sanità Battaglia (che pure è diessino) di valutare con oculatezza le nomine, ieri a gettare benzina sul fuoco e a dividere ulteriormente la coalizione di governo ha provveduto Mauro Fabris, coordinatore nazionale dellUdeur: «La giunta Marrazzo - afferma polemico lesponente centrista - sembra voler procedere nelle nomine che intende varare prima della pausa estiva, dimenticando i sani principi della qualità delle persone da indicare e del rispetto di tutte le forze della coalizione». «Se il presidente Marrazzo - prosegue il senatore dellUdeur - intende continuare così alla faccia degli impegni assunti in campagna elettorale, faccia pure. I Popolari-Udeur non insisteranno oltre nel pretendere il rispetto degli impegni assunti con gli elettori e con tutti i partiti del centro-sinistra. Ma sappia Marrazzo, come i nostri alleati, che con la stessa serenità siamo pronti a togliere quello che evidentemente a loro sembra il disturbo». Parole pesanti, quelle di Fabris. Che poi accusa Marrazzo di non apprezzare la lealtà dellUdeur, reo forse «di non essere acchiappatutto come taluni nostri alleati», chiosa ancora il senatore, rivendicando infine di «aver portato nuovi consensi al centrosinistra del Lazio». «Verrà presto - conclude minaccioso il coordinatore del partito di Mastella - il tempo in cui questo modo di fare dovrà essere giudicato».
Intanto, in un clima tuttaltro che sereno, ieri il consiglio regionale ha approvato lemendamento sostitutivo che disciplina il trattamento economico massimo per i dirigenti regionali interni ed esterni alla pubblica amministrazione, fissando per i direttori regionali della Giunta e dei servizi del Consiglio regionale il limite salariale a 142mila euro lordi allanno, mentre per i direttori di dipartimento della Giunta regionale e per il segretario generale del Consiglio regionale la cifra è di 193mila euro.
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