Da domani si apre la partita decisiva per Lorenza Lei. Detto in poche parole: il direttore generale Rai ha pochi giorni per completare gli obiettivi del suo mandato prima della scadenza dellattuale cda il 28 marzo. E, forte del lavoro svolto, tentare di rimanere al vertice massimo della Tv di Stato. Tre sono gli assi nella sua manica: mantenere il pareggio di bilancio, definire il nuovo piano industriale per il prossimo triennio e cercare di risolvere il rebus delle nomine vacanti dei posti chiave aziendali. È questultimo, come da sempre accade nella politicizzata Tv di Stato, il nodo più intricato. Entro la settimana prossima dovrà portare in consiglio una soluzione per la direzione Tg1, che si dovrebbe portare dietro una serie di altre nomine. Linterim di Maccari scade il 31 gennaio, giorno di pensionamento del giornalista: una sua proroga non solo sarebbe complicata dal punto di vista burocratico, ma verrebbe letta anche come un segno di debolezza del dg. Molti i nomi come possibili candidati: da Mario Orfeo, direttore del Messaggero (di difficile realizzazione per motivi economici e politici), ai vice direttori del Tg1 al direttore del giornale radio Rai Antonio Preziosi (in questo caso verrebbe sostituito da Guido Paglia lasciando il posto delle relazioni esterne a Marco Simeon, direttore relazioni istituzionali). Il tutto sotto la spada di Damocle del ricorso presentato da Minzolini per essere reintegrato. Intanto nel cda di domani si procederà a sistemare le nomine dei due vice direttori mancanti al Tg2: proposti Giovanni Alibrandi e Stefano Marroni.
Il tutto in attesa della riforma della governance annunciata da Monti nel salotto di Fazio: nel caso dovrebbe essere varata entro il 28 marzo. In attesa cè anche Antonio Verro, componente del Cda e ieri proclamato deputato al posto del sindaco di Brescia: ha un mese e mezzo di tempo per scegliere Rai o Camera.
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