Nomine, rivolta di Forza Italia contro «i saggi»

L’Expo, il boom elettorale della Lega, un «tagliando» al patto di legalità lanciato al campo rom di Triboniano dall’assessore Mariolina Moioli e il rimpasto - che sembra sempre più in forse - della giunta Moratti. Il gruppo comunale di Forza Italia si è riunito ieri coi commissari cittadini Maurizio Lupi e Luigi Casero, per decidere la strategia prossima futura. La riunione si è aperta con la rivolta dei consiglieri azzurri contro il Comitato dei saggi, l’organismo che deve valutare l’idoneità dei candidati a ricoprire poltrone negli enti pubblici o società partecipate dal Comune. E che, troppo spesso, boccia come «non idonei» i curriculum degli azzurri che aspirano a posti non nei cda di grandi società come A2A o Sea, ma alle Scuole civiche del Comune, ai Navigli lombardi o all’associazione Italia-Russia. Tra gli ultimi esclusi, Fabio Altitonante, Carmine Abagnale e Leone Talia. Sostengono che la bocciatura sia più politica che tecnica. «Potremmo proporre - riferisce il capogruppo di Fi Giulio Gallera - di abolire il comitato o rivedere i bandi».
Sulla questione Expo, gli azzurri sono pronti ad offrire al sindaco massimo sostegno, ma pretendono anche il coinvolgimento del partito in tutte le decisioni che lo riguarderanno, dai grandi eventi alle infrastrutture. «Anche se la Moratti avrà i poteri speciali - afferma Gallera - vogliamo che le forze politiche siano coinvolte nelle scelte». Dopo le Politiche che hanno premiato la Lega, Fi raddrizzerà la barra su sicurezza e emergenza rom. In campagna elettorale, spiega Gallera, «li abbiamo lasciati al Carroccio per un gioco di squadra ma ora vogliamo ribadire la nostra linea, che è quella di rimpatri coatti, numero chiuso per i rom, sgomberi». Ed è venuto il tempo, sostengono quasi tutti, di verificare se i patti di legalità a Triboniano hanno funzionato. Nodo rimpasto: se ci sarà, Fi chiede una giostra di deleghe, i consiglieri di essere promossi senza che si cerchino assessori all’esterno (primi in classifica, Gallera e Fabrizio De Pasquale).

Difficile invece che Alessandro Fede Pellone, primo dei non eletti nel 2006, entri in consiglio: la maggioranza chiederà a Silvio Berlusconi di tenere anche da premier il posto in aula. Giovanni Terzi, capodelegazione di Fi in giunta, sostiene infine che «bisogna ragionare affinché il Pdl diventi davvero partito unico, sia in giunta che in consiglio».

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