«Ma non bastonate il povero Sandro»

La voglia di unità nel centrodestra è sacrosanta, l’ambizione di riunire tutto il popolo della libertà deve divenire realtà, lo vuole la gente, lo vogliono i dirigenti regionali della Liguria, sia di Forza Italia che di An. Ma... c’è prima da fare qualche riflessione e, lo dice una che tra i primi ha fatto appello a Sandro Biasotti, dalle pagine di questo «Giornale», affinché entrasse nel Pdl. Non mi rimangio la parola, ma prima va fatto un po’ d’ordine, altrimenti facciamo la fine del partito democratico: il pentolone, dove sono entrati tutti, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Chiedo: siamo consapevoli che in Liguria esistono ancora zone governate da persone forti che lasciano poco spazio alla collegialità? Sì, lo siamo, tuttavia, per nostra fortuna, l’elettore di centro destra si sta sempre più fidelizzando alla propria appartenenza politica e non cambia campo. Va a votare anche col mugugno, però si «attrezza». Ecco che, più di una volta la lista arancione ha fatto da cuscinetto, ha rappresentato una risorsa in più, ha dato una possibilità, un’alternativa al peggio.
Alle ultime elezioni politiche l’elettore non aveva la possibilità di scegliere, perché la legge elettorale vigente non permetteva la preferenza, ebbene, abbiamo assistito alla crescita della Lega Nord in una Liguria, dove questo partito non ha un radicamento così importante. Insomma, sempre più spesso l’elettore deve ingegnarsi, pur di non andare contro le proprie idee: non tradisce la squadra, ma snobba le indicazioni dei dirigenti di partito.

E allora, vogliamo continuare di questo passo? Vogliamo continuare a prenderci in giro? Suggerisco: ridateci la preferenza e poi, semmai, inglobate gruppi e movimenti, poi, semmai bacchettate gli arancioni, i leghisti e quant’altro.

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