Onorevole Amedeo Laboccetta, a forza di indagare su Montecarlo si è arrivati a personaggi e luoghi che lei conoscerebbe bene...
«Per cominciare io non so niente di Montecarlo, di questo appartamento di Tulliani, di società off-shore ai Caraibi. Non ho proprietà né alle Antille e ancora meno nel Principato. Possiedo solo un bell’appartamento a Napoli. Nell’isola dei Caraibi a Saint Marteen, dove vado in vacanza da anni, forse un giorno avrò una tomba nel bellissimo cimitero di Marigò che guarda il mare».
Senta. Nell’affaire immobiliare spunta un certo signor James Walfenzao. Lo conosce?
«No, non lo conosco. Dovrei?».
Forse. Sicuro che non lo ha mai conosciuto?
«Mai».
È uno dei rappresentanti delle società off-shore che hanno comprato l’immobile della contessa Colleoni dove ora abita Giancarlo Tulliani.
«Sì, so della vicenda, ogni giorno leggo molto attentamente il vostro Giornale».
Questo Walfenzao viene definito dal Fatto quotidiano un consulente e prestanome di un amico di An molto noto nei Caraibi, a lei molto vicino.
«Ho capito dove volete arrivare...».
Si chiama Francesco Corallo, questo personaggio vicino ad An, titolare della multinazionale del gioco Atlantis che ha base proprio alle Antille, dove sono state create ad hoc le società off-shore per l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo. Walfenzao lavorerebbe per Corallo, almeno quest’ultimo dovrebbe conoscerlo.
«Francesco? Lui sì, lo conosco benissimo. È un grandissimo amico mio. Sono stato il rappresentante della Atlantis in Italia e mi onoro di conoscerlo. Hanno scritto di tutto sul suo conto, menzogne a ripetizione, come quella che era stato indagato, e poi archiviato, dalla procura di Roma. Non è mai stato indagato per nulla. Non ha mai preso una multa in vita sua. La ricostruzione che si continua a fare su questa persona è sballata e per infangarlo hanno tirato in ballo anche il padre, accostandolo a vicende di mafia, quando la mafia non ci azzeccava niente. Venne solo sfiorato, nei lontanissimi anni Ottanta, da un’inchiesta sui casinò. Nonostante non sia mai stato condannato per associazione mafiosa, si continua a infangare Corallo padre e Corallo figlio».
Come si spiega questa incredibile coincidenza? Lo stesso intermediario che spunta a Montecarlo, all’isola di Santa Lucia, poi a Saint Marteen.
«Non ne ho la minima idea».
E la storia di Montecarlo, che idea si è fatto?
«Effettivamente ci sono cose un po’ strane...».
Gianfranco Fini è venuto in vacanza nel 2004 nell’arcipelago dei Caraibi, da lei...
«Come no. Aveva saputo che ero solito frequentare Saint Marteen da anni, mi chiese se si potevano fare immersioni e così organizzammo. Venne a fare due settimane di diving».
Sa se poi c’è ritornato anche successivamente?
«A me non risulta».
In quella vacanza, per caso, venne qualcuno dei protagonisti di questa vicenda?
«No, macché. C’era Gianfranco con l’ex moglie Daniela. C’era la figlia. E altri amici. Ricordo che c’era anche Checchino...».
Checchino Proietti? (Il braccio destro di Fini, o meglio l’ex braccio destro dopo gli scivoloni per le intercettazioni nell’inchiesta sulla sanità e quelle sulle escort del clan D’Alema a Montecitorio, ndr).
«Sì, lui, il collega parlamentare di An».
Onorevole, davvero non le sembra una coincidenza sinistra che da un lato questo Walfenzao amministra le società off-shore che si rimpallano l’acquisto dell’appartamento da Alleanza nazionale, nel modo che sappiamo, e che se lo rivendono fra loro, e dall’altro controlla, per conto di Corallo, parte del capitale di Atlantis considerata vicina ai vertici di An?
«Ancora? L’unico di An che conosce Francesco Corallo sono io. Alleanza nazionale non ci azzecca niente, e non c’entra nemmeno per quanto riguarda la concessione per il gioco poiché a suo tempo fu bandita una gara pubblica. Probabilmente il fatto che c’era di mezzo Amedeo Laboccetta si è rivelato un peso per la società perché ha subito sempre una serie di attacchi mediatici senza precedenti. Ha iniziato L’espresso e oggi, con lo stesso giornalista, continua il Fatto quotidiano».
Concorderà che la questione, adesso, si fa complicata. Non vuol dire niente ma adesso rispuntano fuori anche le foto con lei e Fini al ristorante del casinò di Francesco Corallo a Saint Marteen.
«Quelle foto vennero scattate in occasione della festa di mia moglie. Corallo, ve lo garantisco, non c’era. Mettiamo un punto: non nego che grazie al vostro lavoro son venute a galla delle coincidenze decisamente particolari che vi autorizzano a pensare al peggio, a vedere nero ovunque, a fare anche della dietrologia. Ma questa di Corallo è una storia trita e ritrita».
Chi c’è secondo lei dietro l’intermediario Walfenzao su
Montecarlo?«Non ve lo so dire. Per quanto ne sappia non c’è sicuramente Francesco (Corallo, ndr)».
Onorevole, lei ha mai messo piede nel paradiso fiscale di Santa Lucia?
«Mai».
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