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Non c’è Tiger che tenga Johnson re a sorpresa del Master di Augusta

10 all'Augusta National. Imbattibile/fatale. Il vero, unico vincitore del Masters. Le ultime, recenti modifiche apportate, soprattutto l'allungamento delle buche 11, 13, 15 e 17, lo hanno reso un test severissimo/proibitivo per tutti i campioni ingarellati nel torneo. Giocarlo è infernale, domarlo celestiale. Risicati (e con le ossa rotte) quelli ammessi nell'Eden dell'under par. Zach Johnson candidato per una nomina a «Santo Subito».
9 alla vecchia guardia. Anche i galli vecchi fanno un buon brodo (qualche volta). Ben Crenshaw, Fuzzy Zoeller e Sandy Lyle hanno tutti e tre passato brillantemente il taglio di metà torneo al Masters, facendo letteralmente mangiare la polvere a giovani leoni rampanti e fisicati.
7 a Tiger Woods. Mirabilmente confortante. Nel corso del secondo giro ad Augusta, il suo colpo obbligato da mancino dal bosco, i drive sparati a raggera e la «doppia acqua» consecutiva alla 12 e alla 13 hanno ecumenicamente confortato le decine di migliaia di golfisti nel mondo che irrimediabilmente soffrono della «sindrome da R.P. (Rottura Prolungata)»: sono tutti quelli che, fatta una flappetta, entrano senza scampo in un TGMD (Tunnel-golfistico-maniaco-depressivo), che inesorabilmente li porta, svariati doppi bogey dopo, al classico punteggio da N.R. (Non Rientrati in club house, perciò, più che ritirati... dispersi).
4 a Ernie Els. Turista per caso. Irriconoscibile, il sudafricano ad Augusta ricordava uno di quei vacanzieri/camperisti forzati dell'esodo pasquale. Slandro, moscio, sbussolava da un bogey all'altro senza accennare a un barlume di maschia reazione. Big Easy, più che lo score, in tasca sembrava avere il catalogo turistico dell'...Easy Going.
3 a Stuart Appleby. Coniglio pasquale. Puntualmente, anche quest'anno, si è rispettata la tristemente nota «Legge delle Ande»: chi conduce al Masters, se la fa nelle...

mutande! Ineluttabilmente, la sindrome ha colpito il biondissimo australiano, che, partito leader per l'ultimo giro, è terminato in settima posizione con un 75 tondo tondo. Doppio bogey alla uno e la sorpresina di Pasqua per Stuart era già servita!

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