Siamo onesti: non possiamo chiedere al Milan di fare lInter. Piuttosto possiamo e dobbiamo pretendere dallInter di fare lInter, fino in fondo alla stagione. Senza pretendere il grande slam, naturalmente ma evitando di smarrirsi per strada. Quel secondo posto di ieri, confermato dal Milan al culmine della sfida col Napoli fatto di cemento armato, non si presta a censure né a diaboliche critiche. Semmai bisogna valutare il lavoro realizzato da Leonardo, partito senza Kakà, oltre che senza Maldini e alle prese con una sequenza di infortuni da piegare la carica di un toro. Sul più bello, ha perso Nesta, il suo rinforzo inatteso. Da settimane, troppe se calcolate da agosto in avanti, è privo del talento balistico di Pato, lasso nella manica messo in mostra a Madrid e poi oscurato da una striscia di acciacchi, forse anche da qualche timore di troppo del ragazzo, appena 20 anni, spaventato da ogni fitta, la più piccola.
Anche il famoso zoccolo duro non regge come una volta. Tanto che solo se costretto dallemergenza assoluta Leo si rivolge a Gattuso e Oddo, Jankulovski e Kaladze, Inzaghi ieri protagonista del recupero sul Napoli e autore di una performance da lode completa. È rimasto a bollire per mesi, Pippo sulla panchina senza mai sbavare una sola dichiarazione. Il tecnico brasiliano deve arrangiarsi con qualche giovanotto alle prime esperienze (Abate, Antonini, sì, daccordo, 28 anni, ma al Milan è un novizio, Huntelaar) o qualche scarto dellInter, Mancini, puntando quasi tutte le fiches sul rendimento mostruoso di Ronaldinho. I suoi pilastri sono Ambrosini e Thiago Silva, Abbiati e Pirlo. In ritardo Seedorf sul suo standard tradizionale. Perciò il secondo posto è una perla che luccica nella sabbia e cè il divieto di considerare il mancato sorpasso di ieri al pari di una delusione cocente, peggio un tradimento.
È lInter che deve fare lInter. Può prendersi una vacanza, una distrazione anche ma poi deve rimettersi in marcia secondo cadenze rispettate negli ultimi anni. Lunico autorizzato a fare le pulci alla marcia neroazzurra è il suo patron, Massimo Moratti. Ha speso una fortuna, 185 milioni per ripianare lultimo bilancio, ha acquistato 5 pezzi da novanta sul mercato, a gennaio ha aggiunto Pandev e si ritrova col Milan sul collo. È lunico autorizzato a lamentarsi e a reclamare da Mourinho un passo meno incerto in campionato.
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