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Non ci restano che le briciole

Raccogliere le briciole del banchetto altrui sarebbe umiliante, se a quel banchetto non si fosse stati regolarmente invitati. Così non è, o meglio, così non era, a inizio stagione: il Milan, l’estate scorsa, aveva lo stomaco vuoto e gonfiava il petto, snobbando non soltanto lo spuntino della Coppa Italia, ma anche gli spaghetti aglio e olio della Coppa Uefa. «Lo scudetto è la nostra priorità», sibilavano minacciosi Adriano «Cravatta Gialla» Galliani e Carlo «il Buono» Ancelotti ai microfoni di Canale 5 o di Radio Trepalle. Ma, ora che dopo l’autunno anche l’inverno sta lentamente togliendo le tende, sul tavolo del campionato resta poco o nulla. L’abbuffata pantagruelica di Ibra & Co. è quasi terminata. Fra un po’ arriveranno le torte (sia detto senza malizia...) e i caffè. Se il conto che i Bauscioni pagheranno sarà salato ce lo diranno quelli del Manchester United (altre buone forchette) o chi per loro. In ogni caso, non è affar nostro. Sotto con le briciole, dunque, e con i fondi di bottiglia. Ma ci vuole una bella fantasia per considerare questa miseria l’aperitivo di un futuro piuttosto nebuloso. Intanto, proseguendo sul filone dell’austerity, per fare Carnevale i rossoneri si devono accontentare di un coriandolo. Sì, un solo coriandolo. L’ha raccattato da terra Inzaghi dopo una spinta malandrina a un difensore sardo, e Seedorf l’ha spinto con un soffio nella porta del Cagliari.

Giovedì arrivano quei mangiacrauti del Werder. Compagni milanisti, non avvertite un leggero languorino?

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