Magari non è stato voluto, ma se era intenzionale cè del genio in chi su Il Sole-24 ore di domenica scorsa ha pensato di aprire il supplemento culturale con un articolo sullarte di fare debiti! Viviamo tempi duri e il quotidiano economico per eccellenza a suo modo ci indica una strada...
Certo, ne è passato di tempo da quando il visconte Alfred de Musset, lautore delle Confessioni di un figlio del secolo, poteva affermare che «un gentiluomo senza debiti non può presentarsi nei salotti». Oggi, ammesso che i salotti esistano ancora, sono i gentiluomini a essere scomparsi, sostituiti da faccendieri travestiti da finanzieri o da banchieri i quali invece di debiti privati lasciano crac pubblici sulle spalle di noi poveri disgraziati. Qualcuno dirà che è unarte anche quella, la genialità del crimine e cose così... Sarà, ma noi preferiamo latto gratuito, dove si paga, è il caso di dirlo, in prima persona e non per conto terzi.
Diciamoci la verità, in fondo si stava meglio quando si stava peggio. Inseguito dai creditori, lord Brummell, il principe degli esteti, fuggì da Londra lasciando un laconico biglietto sul portone di casa: «Partito per il Continente». Sommerso dai debiti, dAnnunzio si autoesiliò in Francia per «punire» con la sua assenza unItalia ingrata che invece di ammirarlo lo angustiava con richieste «di vil quattrino». Per salvare il figlio dal tracollo, i genitori di Charles Baudelaire lo misero sotto tutela notarile. Per tutta risposta lautore di Les fleurs du mal scrisse un libro dal titolo Come pagare i propri debiti quando si ha del genio. Il genio cera, ma i debiti rimasero. Allindomani della Prima guerra mondiale, il giovane André Malraux vide la Borsa inghiottire i beni della moglie. «Cosa faremo ora?» chiese lei. «Non penserete mica che mi metta a lavorare», replicò lui.
Non è che una volta il denaro avesse meno importanza, è che non era lunico metro di giudizio. Senza andare troppo indietro, ancora sessantanni fa esistevano ruoli, funzioni, istituzioni, classi sociali e quindi i criteri di valutazione si basavano su elementi molteplici, di cui quello puramente economico non era nemmeno il più importante. Oggi siamo tutti ceto medio allargato e avanzato ed è in ciò che consumiamo che si racchiude il nostro status.
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