«La formazione attuale della Sampdoria, senza Maggio e Bellucci, è sulla carta più debole o, perlomeno non più forte, di quella del girone di ritorno dello scorso campionato». Ho scritto questa affermazione sul «mio» blog, Samplace, suscitando tra i tifosi blucerchiati un acceso dibattito tra chi mi ha dato ragione e chi invece del rincoglionito (epiteto sdoganato dalla Cassazione). Ciò non toglie nulla, anzi aggiunge parecchio ai meriti della Sampdoria, che la squadra di Mazzarri si sia resa protagonista di una splendida partita contro l'Inter. Frutto, credo, di un'amalgama ormai consolidata e delle mosse di un allenatore sapiente, più dello Special Mourinho.
Laltro ieri il caporedattore di queste pagine, Massimiliano Lussana, ha scritto e ribadito a Gradinata Tv che è «quasi un reato non avere comprato una punta per la Samp». Sotto il profilo tecnico condivido questa iperbole: il solo attaccante abile e arruolato è Antonio Cassano, che rischia di uscire dal settembre nero (in fatto di impegni, speriamo azzurro nei risultati) spremuto come un limone. Bellucci, infatti, ne avrà ancora per cinque settimane e poi dovrà trovare il ritmo agonistico; Bonazzoli sembra purtroppo ricalcare le orme del peggior Bazzani; Fornaroli, pur promettente, denota prevedibili difficoltà di adattamento al calcio italiano. Disfattismo? No, realismo. Credo che per una stagione contrassegnata anche dall'Europa, dove la Samp aspira a fare meglio delle ultime tre volte, uno sforzo in più poteva e doveva essere compiuto. Se, infatti, Bottinelli e Dessena sono due eccellenti acquisti nonché investimenti per il futuro, i vari Padalino, Stankevicius e Fornaroli non sembrano completamente all'altezza di un palcoscenico importante. Almeno per ora, prima della «cura» Mazzarri, il rigeneratore (chiedere a Pieri, Franceschini, Palombo e allo stesso Maggio per referenze).
Tuttavia, e qui mi differenzio da Lussana, rimproverare in maniera vigorosa qualcosa a questa Sampdoria è difficile: sesto posto nell'ultimo campionato, subito dietro alle corazzate; terza volta in Uefa negli ultimi quattro anni; Antonio Cassano trattenuto a fronte di un sacrificio economico; conti finanziari in ordine e in regola. Non si può chiedere di più a una società e a una squadra di fascia media, per quanto riguarda i ricavi e il bacino di utenza, considerando fra l'altro che, a ogni esercizio di bilancio, l'azionista di riferimento, Riccardo Garrone, deve immettere tra i sei e i nove milioni di euro per compensare le perdite. Insomma, ottenere risultati in linea con le proprie dimensioni e non sforare il budget è un'impresa che ha del miracoloso e di questo va dato atto anche a Beppe Marotta.
La strategia perseguita in estate dalla Samp si è rivelata sbagliata. Inseguire il grosso nome, alimentando fra l'altro i legittimi sogni dei tifosi, ha fatto trascurare l'obiettivo principale: reperire sul mercato un attaccante che compensasse l'iniziale e prevista assenza di Bellucci. Mazzarri ha bisogno adesso e subito di un partner di Cassano, specie in gare da vincere a ogni costo (penso a Sampdoria-Kaunas: serve un 2-0 per non correre rischi al ritorno). A proposito di Fantantonio: non che possa dettare condizioni, però anche nei suoi confronti, che comunque si è ridotto sensibilmente l'ingaggio pur di restare a Genova, non è stato un bel segnale risparmiare sull'ultimo colpetto di mercato. Penso che Cassano avrebbe gradito uno sforzo da parte del presidente, a cui, ridendo ma non troppo in una celebre intervista con Fabio Fazio, aveva chiesto di mettere la mano sul taschino del portafoglio. Nonostante questo, secondo me la Samp è una squadra molto forte e sarà dura per chiunque batterla.
Se dal 2010 arriveranno più soldi dalle tv e Marta Vincenzi, anziché preoccuparsi tanto delle prostitute e della movida, asseconderà il progetto del nuovo stadio, magari le punte diventeranno cinque.
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