«Non farò alcun rimpasto E anche a Monti ho detto cosa fare con le Province»

Presidente Guido Podestà, fra un po’ si vota: Pdl e Lega non hanno trovato un accordo.
«Andremo divisi. E questo costerà sia a noi che a loro».
Rischiate di consegnare il Nord alla sinistra?
«Un rischio reale. Anche perché di questi tempi le cronache sembrano mettere in difficoltà esponenti dei nostri due schieramenti».
In Regione il presidente Roberto Formigoni ha fatto un altro rimpasto. Fuori gli assessori Monica Rizzi e Stefano Maullu. Che cosa ne pensa?
«Preferisco non parlarne. In tempi non sospetti, dopo i congressi, ho detto che sarei rimasto tranquillo su un masso sulla riva del fiume ad aspettare. Lo confermo anche ora».
Sono giorni di tensione dentro il Pdl. Si dice che anche lei farà un rimpasto in Provincia.
«Dico che per il momento un rimpasto di assessori non è nella mia agenda».
Sicuro? Maullu è uomo da sempre molto vicino a lei. Le fanno pagare i congressi persi?
«In Provincia ci concentriamo sui temi veri, come le infrastrutture e i finanziamenti alle imprese».
Presidente, ha incontrato il premier Mario Monti a Palazzo Chigi. Quali gli argomenti?
«Abbiamo parlato di Province e città metropolitane, infrastrutture e credito alle imprese».
Le Province le stanno particolarmente a cuore.
«Abbiano presentato a Monti uno studio con una proposta che prevede di dimezzare il loro numero. Riducendo di molto gli uffici periferici dello Stato, come prefetture e comandi dei vigili del fuoco».
Sicuro che così si risparmi davvero?
«Accorpiamo la funzione degli enti di secondo livello come consorzi, enti parco e agenzie e attribuiamo le funzioni alle Province».
Cosa significherebbe?
«Eliminare 4.500 enti, con un risparmio di 5 miliardi di euro all’anno. Una cifra importante, soprattutto se si pensa che il taglio dei costi della politica con il decreto “Salva Italia” arriva a 60 milioni di euro».
Forse gli italiani vorrebbero l’abolizione delle Province.
«Ho spiegato al presidente Monti che noi non vogliamo certo opporci al cambiamento, anzi siamo consapevoli della necessità di andargli incontro. Ma in un modo positivo».


Sul credito alle imprese?
«Ho portato l’esempio della Lombardia con la difficoltà di chi opera nel sistema economico di avere risposte dal sistema bancario. Qui sono in tanti che rischiano di chiudere. Un dramma».

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