Il ministro Ignazio La Russa (nella foto) non è fascista. Non ha intenzione di ricostituire il partito di Mussolini. Sono i giudici del tribunale dei ministri a scriverlo: la Russa è «scagionato» dallaccusa di apologia del fascismo.
Dallautunno era depositata presso il collegio che si occupa dei reati ministeriali una causa aperta dalle denunce di due cittadini che si erano sentiti offesi da alcune parole pronunciate dal ministro l8 settembre. La frase incriminata di La Russa era stata questa: «Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo e dellesercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obbiettività alla storia dItalia».
Erano seguiti un duro attacco politico dallopposizione, un presunto risentimento del Quirinale. E due denunce in tribunale, a Roma e a Camerino. La Russa era accusato di apologia del fascismo, vilipendio delle forze armate e di liberazione, istigazione a compiere reati, alto tradimento e attentato alla Costituzione. Nella sentenza si spiega come per costituire reato è necessaria un«esaltazione tale da poter portare in concreto alla riorganizzazione del partito fascista». Progetto che i giudici non intravvedono.
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