«Non è finita, dovete scappare» In tutta la regione ora è psicosi

L’Aquila«Nuova scossa di terremoto in arrivo. Lasciate subito le case, potrebbe essere un’altra catastrofe... ». È uno degli Sms che, a tambur battente, vengono fatti rimbalzare su migliaia di telefonini. Da una città all’altra dell’Abruzzo, ma anche fuori regione. Ed è terrore, di nuovo, anche perché la terra sussulta e non sembra voler dare tregua. Allarmi con telefonate e messaggini. La paura rimbalza così non solo tra le macerie ma anche sul cellulare. Mentre il terremoto continua a sconquassare la provincia dell’Aquila, a raffica, inarrestabili, partono segnalazioni con l’annuncio di imminenti scosse. E diffondono immediatamente il panico. «È vero che ci sarà un terremoto? Un maremoto?»: tante telefonate, decine, con la stessa frase, che di fatto, a Pescara, bloccano il centralino del 118. «Rispondiamo a una chiamata dietro l’altra - spiega il medico responsabile, Paolo Di Donato - e questo crea problemi per lo svolgimento del servizio: quelli che hanno veramente bisogno trovano le linee e gli operatori inutilmente occupati». A Chieti il personale sanitario dell’ospedale, dove sono tra l’altro si trovano decine di feriti per il sisma, ha il suo da fare, a tranquillizzare i degenti, appena l’allarme si diffonde. Tutti occupati a convincere i ricoverati presi dalla paura a non abbandonare la struttura. Dalle prefetture e dalle questure di diverse zone vengono diramati avvisi, ma intanto i cittadini, a più riprese, lasciano uffici, abitazioni e luoghi di lavoro. «È alle forze dell'ordine, ai numeri 112, 113, 115 attivi 24 ore su 24 che occorre rivolgersi in caso di telefonate o contatti di qualsiasi genere», è l’appello di Piero Angeloni, questore di Teramo, dove uno sconosciuto nella mattinata telefona ai centralini dell’ospedale, del Comune, dell’Istituto zooprofilattico e di altri uffici spacciandosi per un carabiniere e dicendo che i locali «vanno evacuati per l’imminente arrivo una forte scossa». Il personale che è negli uffici pubblici corre via, lascia i locali, mentre in ospedale vengono avviate le operazioni per disporre l’evacuazione dei ricoverati. Poi si scopre che è una notizia falsa. È già allarme, però, fino ad Ascoli e nel Lazio. Il passaparola ovunque semina fobia. Scene di paura anche ad Avezzano all’interno di alcuni supermercati, negozi e abitazioni per telefonate e messaggini fasulli. In migliaia, anche in altri centri della Marsica come Pescina e Luco, fuggono dalle case con le macchine e raggiungono posti isolati e lontani da palazzine e costruzioni. Ma funzionari comunali e sindaci confermano che non hanno mai emesso comunicazioni di allerta. «Non è possibile prevedere i terremoti», ripete il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, anche in conferenza stampa. «Perciò gli allarmi sono infondati».
Anche il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, lancia lo stesso appello. «Di stare calmi e non dare retta agli sms che vanno e vengono, che girano. Anch’io ho ricevuto decine di chiamate.

Nessuno in questa materia può escludere nulla, ma non ci risultano altre catastrofi in arrivo». «Però le scosse non si fermano, e non sembrano d’assestamento - ribattono da più parti. Non siamo sconvolti. Tranquillizzarci non serve. Speriamo solo che le scosse smettano».

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