Non furono gli schiavi a costruire le piramidi

Il Cairo. Per anni avevamo creduto a tutta un’altra storia. Ma come al solito ci siamo fatti ingannare dalle apparenze. Un’équipe di archeologi egiziani ha infatti scoperto una nuova serie di tombe appartenenti a operai che hanno partecipato alla costruzione della piramide di Cheope e che dimostrerebbero che le piramidi non sono state costruite da schiavi. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Faruk Hosni. E non è una scoperta da poco. Smentisce quanto riferito da Erodoto: non erano schiavi gli uomini che edificarono quei capolavori ma uomini liberi che obbedirono a una élite di architetti e di una civiltà all'apice del proprio genio, Non solo. Erano 10.000 e non 100.000 come indicato dallo storico greco.
La squadra di archeologi, guidata dal direttore del consiglio per le antichità egiziane Zahi Hawass, «ha portato alla luce un nuovo gruppo di tombe che risalgono alla IV dinastia (2649-2513 avanti Cristo). Queste appartengono a degli operai che hanno partecipato alla costruzione della grande piramide», scrive il ministero in un comunicato.
La scoperta, secondo Hawass, è della massima importanza perché «smentisce che le piramidi siano state costruite da operai asserviti o da schiavi prova ne è il fatto che le tombe si trovano nelle vicinanze di Cheope e guardino proprio alla piramide». Se fossero stati schiavi, ha spiegato, non sarebbe stato possibile costruire le loro tombe in quella zona.

Hawass ha inoltre spiegato che le grandi famiglie dell’Alto Egitto e del Delta del Nilo erano solito mandare agli operai undici vitelli e 23 montoni, in cambio dei quali loro erano esentati dalle tasse.
Le prime tombe di operai sono state scoperte nel 1990. Alla costruzione della più grande piramide d’Egitto, secondo Hawass, hanno partecipato circa 10mila operai.

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