«Non ho copiato la Clerici perché il suo show è mio»

E, allora, eccolo qui «l’imputato» di Io canto. L’uomo che ha giocato un bello scherzetto alla Rai. Roberto Cenci, regista e grande esperto musicale, non solo ha trasportato se stesso e il programma di Raiuno Ti lascio una canzone su Canale 5, ma è pure riuscito a fargli avere ancora più successo di quello che otteneva con la conduzione di Antonella Clerici. Un genio malefico, pensano di lui quelli della Tv di Stato che se lo sono lasciati sfuggire. Un santo a cui accendere i ceri, si strofinano le mani i vertici Mediaset. Perché i bambini impazziscono per i loro colleghi canterini: lo show ha raggiunto una media del 24,5 per cento di share con 5 milioni 620mila spettatori, tanto che si è deciso di aggiungere tre puntate (si finisce il 20 marzo). L’ulteriore colpo dei dirigenti di Canale 5 (oltre a scegliere per la conduzione Gerry Scotti) è stato di mandare in onda il programma prima della terza edizione di Ti lascio una canzone, che comincerà il 27 marzo, ammaccando l’altro show.
L’autore di tutto ciò è Cenci, 46 anni, tosto e sanguigno, vent’anni di programmi televisivi alle spalle, perfezionista e preparatissimo, umorale quanto generoso. In più, appassionato di ragazze giovani e belle. Ex marito di Rossella Brescia, avrà un bambino ai primi di maggio alla sua compagna, l’ex Miss Italia Edelfa Chiara Masciotta, 25 anni. Ha altre due figlie, una di 24 e una di 19.
Dunque, Roberto, in Rai si saranno fatti un pupazzetto con le sue sembianze da trapassare di spilli...
«Non esageriamo. Io sono un libero professionista e rischio sulla mia pelle. Vado dove mi chiamano. A Mediaset (dove peraltro ho iniziato a lavorare) mi hanno fatto un’offerta più appetibile economicamente e professionalmente. E, poi, avevo intuito che in Rai stavano cambiando le cose con l’uscita di Del Noce dalla direzione di Raiuno. In più avevano deciso di portar via lo show da Sanremo dov’era nato (quest’anno lo faranno da Napoli)».
Però lei ha copiato il suo stesso programma per un altro canale. Non è carino...
«Prima di tutto non ho copiato nulla visto che il programma l’ho ideato io. In secondo luogo i due show non sono uguali: in Io canto c’è una parte di talent, di gara che manca in Ti lascio una canzone. E poi offriamo al bambino vincitore uno stage negli Stati Uniti con il produttore David Foster».
Dunque «Ti lascio una canzone» è di sua proprietà?
«Per il venti per cento sì, il trenta è della casa di produzione Ballandi e il cinquanta della Rai».
Quindi lei, con un contratto a Mediaset, percepirà anche i diritti della prossima edizione dello show in onda sulla Rai?
«Questo non l’ho ancora capito. Di certo, essendo diventato un format, avrò i diritti delle edizioni che vanno in onda all’estero: in Portogallo ha avuto una media del 45 (proprio così, il 45!) per cento di share, in Turchia del 30. Ora andrà in onda in Francia».
Be’, lei più che un regista televisivo, sembra un mago della finanza...
«Figuriamoci. Io ci metto solo molto impegno e lavoro. Del resto non mi sono inventato nulla: di programmi con bambini che cantano è costellata la storia di Rai e Mediaset. Non ho fatto altro che dare allo show una meccanica e una dinamica diversa. Unito a un fattore dirompente nel caso di Ti lascio una canzone: far esibire i piccoli sul sacro palco di Sanremo».
Antonella Clerici ha detto polemicamente: l’originale andrà in onda a fine marzo...
«Sono contento che lo dica visto che è stata conduttrice delle prime due edizioni. E le auguro certamente che anche la prossima vada bene».
Come mai, secondo lei, «Io canto» ha avuto così tanto successo?
«Perché, come Ti Lascio una canzone, trasmette al pubblico una sensazione di show pulito, spontaneo ma nel contempo basato su una grande passione. La musica ha un linguaggio universale che tocca le corde dell’emozione. In più, Gerry Scotti è stato bravissimo a relazionarsi con i bambini, ha fatto crescere il programma mostrando che si diverte davvero».


Il prossimo impegno in Mediaset sarà «Ciao Darwin» (in partenza il 22 marzo).
«Sì, ma lì farò solo la regia, mentre di Io Canto sono anche il direttore artistico. Quello show è tutto ideato da Paolo Bonolis e da Stefano Magnaghi».

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