«Non illudiamoci la morte tornerà in Formula uno»

Amburgo. «Non facciamoci illusioni: prima o poi la morte tornerà in Formula Uno». Dopo il terribile incidente occorso a Montreal a Robert Kubica, fortunatamente senza conseguenze, James Penrose avvisa piloti, addetti ai lavori e appassionati: il rischio di incidenti mortali in F1 non è certo debellato. Anzi, l’ingegnere responsabile della sicurezza della Fia, che ha svolto un ruolo importante nell’introduzione in F1 del sistema di sicurezza «Hans» (il sistema di supporto per collo e testa) che ha contribuito a salvare la vita di Kubica, schiantatosi contro un muro a 280 km/h con la sua Bmw, al quotidiano tedesco Die Welt spiega che prima o poi incidenti dalle tragiche conseguenze, torneranno a verificarsi. L’ultimo pilota di F1 a perdere la vita in pista è stato Ayrton Senna, schiantatosi nel corso del Gp di Imola del 1 maggio 1994.
Intanto Charlie Whiting, direttore di corsa della Federazione internazionale dell’automobile (Fia), assolve il pilota abruzzese della Toyota Jarno Trulli dopo aver analizzato filmati e dati relativi al terribile schianto. «Jarno Trulli non ha nessuna responsabilità nell’incidente di Robert Kubica», ha dichiarato.

La Fia ha analizzato le immagini che evidenzierebbero un contatto tra la monoposto di Trulli e quella di Kubica. «Trulli non ha lasciato molto spazio ma ne ha comunque lasciato abbastanza», dice Whiting a Auto Motor und Sport. «Non è stata colpa sua».

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