«Non l’ha ucciso un infarto» Sott’accusa un mix di farmaci

GIALLO L’esame è già iniziato nella notte. La chiamata d’aiuto: «Venite, non respira»

MilanoSembrava essere l’unica certezza sulla morte di Michael Jackson. Un infarto. A ventiquattro ore dalla scomparsa del re del pop, invece, il mistero è tutt’altro che risolto. Ieri notte è iniziata la seconda autopsia, dopo quella ufficiale, disposta dalle autorità di Los Angeles e già eseguita. La famiglia che accusa i medici si è rivolta a un’équipe indipendente per compiere tutti i necessari accertamenti sulla salma del cantante. Un giallo che si infittisce anche dopo le rivelazioni dell’emittente americana Fox News, che - citando fonti investigative - parla di un cocktail di farmaci come causa del decesso. I medici, dunque, dovranno cercare i «veleni» che hanno ucciso Jackson, ma ci vorranno da 4 a 6 settimane per conoscere gli esiti degli esami tossicologici. Dunque, cosa è accaduto giovedì nella villa del cantante?
Ora ci si concentra dunque su un punto certo: «Jacko» assumeva parecchi farmaci. Il sito Tmz.com avanza un’ipotesi ben precisa: mezz’ora prima di star male, a Jackson era stata praticata un’iniezione di Demerol, un potente antidolorifico, che potrebbe essergli stato fatale: il Demerol è un prodotto assai pericoloso e può provocare arresti cardiaci e respiratori. Jackson lo prendeva per combattere i dolori cronici che lo affliggevano da anni.
Dunque, il suo medico personale, Conrad Robert Murray, che viveva addirittura nella villa del cantante, potrebbe aver sbagliato i suoi calcoli. Murray ha tenuto un comportamento non proprio cristallino: subito dopo la tragedia è scomparso, ma poi gli investigatori l’hanno rintracciato e interrogato. Non una ma due volte. E non è finita: un terzo meeting è previsto nelle prossime ore. Quanto tempo Murray è rimasto solo con Jackson prima di chiedere aiuto? Persino la sua auto, una Bmw, è stata sequestrata e verrà passata al pettine. «Non riteniamo che non stia collaborando», spiega il numero due della polizia di Los Angeles Charlie Beck. «Pensiamo che Murray ci aiuterà a stabilire la verità dei fatti».
Secondo il quotidiano inglese The Sun, invece, a uccidere Jackson sarebbe stata una miscela di otto tra antidepressivi e antidolorifici come il Dilaudid, il Vicodin e - appunto - il Demerol. «Sappiamo che stava assumendo alcune medicine con prescrizione medica», conferma Craig Harvey, portavoce del coroner della contea di Los Angeles. Così, capire se e quali sostanze, magari fra loro combinate, abbiano portato Jackson alla tomba potrebbe diventare difficilissimo. Forse, impossibile. Sicuramente, negli ultimi mesi assumeva lo Xanax, utile per il trattamento dell’ansia e per contrastare gli attacchi di panico. Poi lo Zoloft, per combattere la depressione. Ce n’è abbastanza per dare corpo all’ipotesi inquietante che Jackson sia morto intossicato dai farmaci, proprio come suo suocero Elvis Presley.
Sul corpo del cantante sono stati riscontrati solo i lividi dei tentativi di rianimazione e, sul suo volto, diverse cicatrici. Inoltre, i medici legali sono rimasti sorpresi dal «buono stato di salute generale» di Jacko. I cui ultimi istanti di vita sono stati incisi nella registrazione della telefonata fatta dalla casa di Los Angeles al pronto intervento. Sono le 12.21 locali, le 23.21 in Italia. Una voce maschile chiede aiuto. «Abbiamo bisogno di una ambulanza al più presto». «Cosa è successo?» chiedono dalla centrale. «Abbiamo una persona che ha bisogno di aiuto - spiega agitato l’uomo -. Non respira più. Non respira. Stiamo cercando di rianimarlo ma senza successo». «Quanti anni ha?». «50». Un indirizzo, un’età. Tutto anonimo. Dalla centrale operativa non sanno ancora di chi si tratta. «Mettetelo per prima cosa sul pavimento - è l’indicazione -. Poi vi aiuterò con la rianimazione, Ok? Abbiamo soccorsi già in arrivo. Cercherò di fare quello che posso per aiutarvi per telefono. Qualcuno si sta prendendo cura di lui?». «Sì, abbiamo un medico personale qui con lui, ma non reagisce a niente. Non reagisce alla rianimazione o a niente altro.

Il dottore sta premendo sul petto, ma non sta rispondendo a niente». L’operatore cerca di tranquillizzarlo. «I soccorsi saranno lì molto presto». Non abbastanza.
Il volto esanime di Michael Jackson. Il corpo caricato nell’ambulanza. È l’ultimo fotogramma. È la fine di un’icona.

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