Ha la solita aria scanzonata, il Compeed Golden Gala è una delle tappe di passaggio - a cui comunque tiene molto - nella marcia verso Londra. Dove in molti, in primis lord Sebastian Coe, il presidente del comitato organizzatore, lo ritengono luomo chiave dei Giochi. Per ora Usain Bolt è «solo» luomo più veloce del mondo e domani tornerà in gara sulla pista dello stadio Olimpico in un 100 metri stellare con il connazionale Powell, quattro volte recordman mondiale prima dellinizio della sua era, il velocista bianco di Francia Christophe Lemaitre («una bellissima persona, riservata, e un grande atleta oltre che un gran fico...», così lo descrive Bolt) e il neviano Kim Collins. Gara diventata allimprovviso per lui quasi il momento della verità. Il colpo sparato a salve a Ostrava sabato scorso (un deludente 1004 con lo stesso Collins arrivatogli quasi a ridosso) ha fatto crescere gli interrogativi sulle condizioni del 25enne giamaicano.
«Non è possibile fare sempre ottime corse - confessa il velocista, un alieno dellatletica «sceso» per una volta sulla terra -. Ad Ostrava ho avuto una prestazione negativa, ma voglio metterla alle spalle e voglio andare avanti. Non mi sentivo pieno di energia come al solito, non avevo mangiato abbastanza. Ci sono giorni in cui non corri bene, siamo umani e gli alti e i bassi capitano anche negli altri sport». Se aggiungiamo il jet-lag del viaggio non recuperato, ecco che la pista ceca ha offerto la controfigura di Bolt. Una stecca di queste proporzioni - erano quasi tre anni che il giamaicano non faceva un tempo sopra i 10 secondi - è inspiegabile anche con linsofferenza alle false partenze (la più famosa quella di Daegu lanno scorso, costatagli il titolo mondiale sui 100). «Non credo che ci saranno ripercussioni sulle mie prossime prove», assicura Bolt.
Il re della velocità non pensa di abdicare e punta invece diritto ai Giochi di Londra per bissare i tre titoli olimpici (100, 200 e 4x100) conquistati a Pechino. «Il mio unico obiettivo è vincere lOlimpiade e sono fiducioso - dice ancora Bolt -, il mio coach (Glen Mills, ndr) è il migliore al mondo e può portarmi al top. È molto contento del lavoro che sto facendo, ha un piano preciso e sa quello che dobbiamo raggiungere. Anche se perdessi tutte le gare da qui a Londra non mi preoccuperei».
Un programma di allenamento volto, tra laltro, a «migliorare la posizione delle spalle» e focalizzato sulle partenze affinchè «siano sempre a livelli buoni, limportante ora è trovare continuità». Già dalla gara di domani sera, un ottimo test in vista dei Giochi. «Il mio allenatore filmerà la gara e studieremo insieme i punti negativi e quelli positivi», svela il velocista. Che dopo la tappa nella Capitale, sarà impegnato nei Trials giamaicani nei 100 e nei 200.
Giunto a Roma direttamente dalla Repubblica Ceca, domenica Bolt ha già assaggiato la veloce pista dellOlimpico, dove nel maggio 2011 corse i 100 in 991. Concedendosi poi una tappa da McDonalds. Bolt si ritroverà a gareggiare contro gli avversari di sempre e non vorrà certo sfigurare. «Il mio obiettivo è vincere - ammette -. Ha ragione Powell a dire che la pista è estremamente veloce. Questanno vorrei correre allOlimpico in 970. Sarebbe un tempo molto buono considerando quello dellanno scorso».
Per rimanere il Re della velocità bisogna sempre puntare al vertice. «Il segreto del mio successo? Fissare sempre degli standard elevati e lavorare su di essi. Mi piace quello che faccio e in pista mi concentro solo per correre il più veloce possibile». Tra i rivali, si è segnalato recentemente Justin Gatlin - anche lui alle prese con alti e bassi, dalla vittoria su Powell a Doha al pessimo 1012 di Rabat - con alcune dichiarazioni polemiche: secondo lo statunitense, il «fenomeno Bolt» comincia a stancare. «Ci sono tanti atleti di altissimo livello, ci sono Tyson Gay e Yohan Blake. Penso che debba fare ancora strada prima di preoccuparsi di me», dice Bolt sorridendo. La sensazione è che il vero avversario di Bolt sia lui stesso: quindi occhio ai nervi saldi sui blocchi più che al talento indiscusso. «Da quella squalifica ho imparato a essere meno ansioso, alla vigilia della finale di Daegu pensai molto alla partenza e la cosa mi condizionò. Non succederà più», le parole di Bolt prima della gara di Ostrava e di uno sprint inedito con i bambini.
E ieri è diventato lo starter deccezione di una serie di sfide in via Condotti, la principale via dello shopping di Roma: due corsie di unimmaginaria pista datletica disegnate sullasfalto della celebre strada delle «griffe» e gare sulla distanza dei 30 metri tra i ragazzi delle scuole datletica del Comitato Regionale Lazio. Con Bolt, che ha premiato i ragazzi e ha firmato autografi, anche lex iridata del lungo Fiona May, testimonial del Golden Gala.
Nelloccasione romana, il fenomeno giamaicano ha presentato il più leggero scarpino da pista mai realizzato dal suo sponsor tecnico Puma, che pesa solo 160 grammi, ha una colorazione bianca, rossa e blu e verrà utilizzato da Bolt nelle gare di Londra. E allOlimpico, dove lattenderanno in oltre 40mila, potrebbe sfoggiare una nuova divisa della Giamaica, disegnata dalla figlia del grande Bob Marley, la cantante e stilista Cedella.
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