«A casa non resisto, vi assicuro che è meglio il carcere. Arrestatemi, per favore». Confessione vera che i carabinieri di Cologno Monzese pensavano fosse però uno scherzo. Ma un controllo sul terminale li ha convinti del contrario: quel peruviano che nel cuore della notte aveva chiesto asilo diceva la verità. La sua supplica di finire dietro le sbarre era infatti frutto di un mese di arresti domiciliari con rimproveri della moglie inclusi.
Davvero troppo per il 47enne in attesa di essere sottoposto a processo per piccoli reati contro il patrimonio: trenta giorni di convivenza forzata in un bilocale di cinquanta metri quadrati, con un bambino e una moglie sempre pronta a fare la ramanzina. Quadretto familiare che luomo ha rotto allennesima discussione coniugale sulla sua irresponsabilità di padre e di marito. Esasperato e in pigiama ha preso la porta e se nè andato, incurante dellobbligo di dimora.
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