«Non più di un nomade ogni mille abitanti»

«Non più di un nomade ogni mille abitanti»

Più regole per i campi nomadi. A chiederle è la consigliera lombarda di An Silvia Ferretto che propone di creare piccole aree attrezzate, con tanto di allacciature a luce e gas, dando alle famiglie rom il permesso di sostare al massimo sei mesi. A meno che non ci siano di mezzo bambini in età scolare. In questo caso il permesso sarà prorogato fino al termine del ciclo scolastico, a patto che i bambini frequentino il 90 per cento delle lezioni. Percentuale piuttosto lontana nel marasma di ora, in cui i ragazzini anziché a scuola vengono mandati dai genitori per strada a chiedere l’elemosina. La Ferretto chiede anche controlli più frequenti delle Asl e una presenza massima di nomadi pari a uno ogni mille abitanti. Il che vorrebbe dire non più di 1.300 nomadi per Milano.
Con il sostegno dell’assessore milanese alla Famiglia, Mariolina Moioli, la consigliera regionale Ferretto porta avanti la sua battaglia per avere «regole certe perché i nomadi non abbiano solo diritti ma anche doveri. Vogliamo togliere i bambini dalla strada e sottrarli allo sfruttamento. L’integrazione è possibile solo attraverso l’istruzione e il rispetto delle regole. La Regione contribuirà con finanziamenti alla realizzazione dei campi regolari. Finché i ragazzi saranno analfabeti, non sarà possibile cambiare». La Moioli considera la proposta di legge sui nomadi «un punto di partenza per prevenire il fenomeno dei flussi migratori ormai inarrestabile». Anche la direttrice regionale scolastica, Anna Maria Dominici, sostiene l’iniziativa: «Si tratta di un modo per scolarizzare i ragazzi rom».

Fra di loro infatti «la dispersione scolastica è piuttosto alta anche se grazie ai mediatori e facilitatori linguistici cerchiamo di integrarli». A Milano i facilitatori sono 94, e di questi sette sono dedicati agli studenti rom.

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