Non è più tempo di balle verdi

di Franco Battaglia

«Ha recato più danno all'ambiente il movimento ambientalista nel solo 2011 che non l'intera attività dei cosiddetti negazionisti dei cambiamenti climatici». Così ha scritto George Monbiot, capo storico dell'ambientalismo inglese. E Patrick Moore, fondatore di Greenpeace, è da un pezzo che ha compreso che quella del riscaldamento globale indotto dalle attività umane è una colossale frottola, che l'agricoltura con organismi geneticamente migliorati (Ogm) è una grande opportunità per affrontare il problema della sottonutrizione, e che quella nucleare è la tecnologia di produzione elettrica più sicura e più rispettosa dell'ambiente che c'è. Lo ha capito tanto bene che, quasi per emendarsi dai peccati del passato, è ora attivo nel promuovere il nucleare. Monbiot e Moore non sono soli ad aver capito che le farfalle non hanno bisogno di essere protette e, comunque, le panzane ambientaliste non le proteggono. A tutti va riconosciuta l'onestà d'intelletto. Ce ne sono anche d'italiani. Due per tutti: Chicco Testa, fondatore di Legambiente, e Carlo Ripa di Meana, capo storico dei Verdi. Nel 1986, ai tempi del referendum antinucleare, Testa sosteneva che il contributo dell'eolico alla nostra produzione elettrica sarebbe stato del 10% in 10 anni. Nel 1996 quel contributo fu dello 0.004%. Forte di questo pronostico azzeccato, Prodi lo fece presidente all'Enel, cosa che gli ha giovato per comprendere come funziona il sistema elettrico. Ha pubblicamente ammesso di essere consapevole che i suoi proventi di imprenditore del fotovoltaico gli sono permessi dalle leggi italiane che addebitano il mastodontico conto sulle bollette dei cittadini. Non ci si poteva attendere di più, ma Chicco Testa ha fatto di più: durante l'ultimo referendum antinucleare ha sostenuto la causa che poi è stata persa. D'altra pasta Carlo Ripa di Meana, un signore colto e sensibile, con a cuore il nostro patrimonio artistico. Preso dalla volontà di proteggerlo da alcune iniziative industriali che ha giudicato, non a torto, selvagge, ha maturato una avversione generalizzata per le stesse, a volte rischiando di «gettare il bambino con l'acqua sporca».

Oggi, consapevole dell'inganno Verde, è fieramente avverso a quei mostri - le torri eoliche - che, grazie alla propaganda interessata di Legambiente, lacerano il bel paesaggio delle nostre colline. E per questo impegno, suo e di Italia Nostra, merita la nostra riconoscenza. Purtroppo abbiamo un governo troppo barbaro per esser capace di dar loro ascolto.

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