da Milano
Già l’umore era pessimo: ecco il treno che porta al capolinea delle vacanze. Ma quel regionale 2036 da Livorno a Milano i passeggeri saliti ieri a Sarzana, se lo ricorderanno a lungo: minacciati, multati e perfino sequestrati da un controllore un po’ sceriffo e tanto maleducato.
Fine della corsa estiva. Ieri mattina a Sarzana un drappello di una decina di villeggianti ha già abbandonato nolente le spiagge: destinazione la città, l’autunno. In carrozza, si parte verso una nuova stagione. Ottime le premesse: la macchina obliteratrice della stazione spezzina è fuori servizio. Ma dalla biglietteria una dipendente assicura che il capo treno è a conoscenza della situazione. I passeggeri pagano il biglietto e salgono. Nemmeno il tempo di lasciare le borse e lui, il capotreno dal verbale facile, plana in carrozza: «Biglietti, per favore». Loro, sereni, mostrano il tagliando intonso, ma di aprire bocca nemmeno il tempo: «Non è obliterato, sono 50 euro di multa, favorisca i documenti». Trasaliscono, qualcuno abbozza una spiegazione, ma da qui in avanti il treno del buon senso deraglia. «Abbiamo spiegato che l’obliteratrice era fuori servizio», spiega Domenica Ranedda, una delle passeggere prese di mira dal capotreno.
«Fuori legge siete voi, io faccio il mio lavoro», la risposta del dipendente di Trenitalia che poi va oltre: si rifiuta di chiamare la stazione di Sarzana per verificare che i passeggeri, invece che già vittime di un disservizio, non siano i soliti furbacchioni, aspiranti portoghesi dell’omnibus. «Avremmo chiamato noi, ma non ci ha dato il numero e telefonando all’elenco abbonati non lo abbiamo trovato», ha aggiunto Ranedda. «Se non mi date i documenti, vi faccio scendere: non potete terminare il viaggio»: il controllore è ormai un rapido in corsa e non si arresta nemmeno quando, dopo 15 minuti di ordinaria follia e straordinaria arroganza, il treno ferma a Santo Stefano, la stazione successiva. Lui, che cosa fa? Chiude il vagone dove si trovano i passeggeri. Solo pochi, assurdi, istanti: nessuno di loro avrebbe mai abbandonato il treno, semmai era il capotreno a volerli fare scendere.
A quel punto qualcuno, esasperato, allunga la carta d’identità e si vede ritirato anche il biglietto, in cambio di una ricevuta che riporta il costo corrisposto. «A casa vi arriverà la multa», puntualizza lui. Ci sono gli estremi di un sequestro lampo e i passeggeri ora stanno pensando ad un’azione legale: «Una situazione assurda - spiega Efrosinia Marin, una dei passeggeri vittime -: lui non voleva sentire nemmeno le ragioni più ovvie. E pensare - prosegue la signora - che io percorro questa tratta abitualmente e a Sarzana l’obliteratrice è spesso guasta. Lo si sa, i controllori sono avvisati. È successo anche due settimane fa».
In effetti, dopo una verifica telefonica, la stazione di Sarzana risulta off limits. In tilt i pc, fuori uso l’obliteratrice, da dieci giorni non funziona nemmeno il telefono.
«Ci scusiamo per il trattamento - spiegano da Trenitalia - e assicuriamo che dopo una rapida verifica provvederemo a bloccare le multe». Per riparare alla maleducazione, invece, è un altro treno perso.
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