«Non sarà un ticket d’ingresso ma antismog»

An alza i paletti: «Deve colpire una minoranza». Salvini protesta: «Soffochiamo, chi entra paghi»

Sabrina Cottone

Si fa presto a dire ticket ambientale e su questo sono tutti d’accordo. Il problema è che quando si passa dalla teoria alla pratica, ognuno ha in mente un progetto diverso. E soprattutto, i partiti (e la Regione, che ieri è intervenuta in modo deciso) non gradiscono il progetto massimalista proposto dall’assessore ai Trasporti, Edoardo Croci, e che piacerebbe anche al sindaco, e cioè quello che prevede di far pagare tutte le auto non Euro 4 dei non residenti che entrano in città. «Nessuno ha mai parlato di ticket d’ingresso, si sta studiando un ticket ambientale come previsto nel programma» dice Letizia Moratti dopo il vertice della maggioranza in cui si è affrontato il tema. Durante la riunione, il sindaco ha rassicurato gli alleati: «Non c’è nulla di deciso, prima di definire il piano faremo un incontro con i partiti». Un appuntamento già fissato per il 25 settembre: allora Croci illustrerà tutti i dati e le possibili soluzioni. E allora i nodi verranno al pettine.
L’opposizione più decisa arriva dal Pirellone. È l’assessore regionale alla qualità dell’Ambiente, Marco Pagnoncelli, a chiedere chiarezza: «Se si parla di prevenzione contro l’inquinamento, spetta alla Regione coordinare ogni singolo intervento e questo vale anche per il ticket d’ingresso al capoluogo lombardo». Insomma, la Regione fa sapere che i provvedimenti antismog sono di sua competenza. «Prima di intervenire con una tassa, facciamo rispettare i provvedimenti già in vigore e valorizziamo le forze che abbiamo» dice ancora Pagnoncelli.
Le perplessità sul ticket sono numerose all’interno della maggioranza. Sulle barricate, come tradizione già consolidata durante la giunta Albertini, c’è Allenza nazionale. Ignazio La Russa, presidente dei deputati e delegato alle vicende milanesi, esclude il dazio per tutti («non possiamo fare come nel film Non ci resta che piangere: “un fiorino” per tutti quelli che entrano») e mette paletti alti sull’attuazione del ticket: «La maggioranza dei mezzi deve poter entrare senza pagare. È giusto chiedere un contributo ai mezzi più inquinanti ma solo a quelli. E poi bisogna intervenire anche sugli autobus, i mezzi pubblici e i furgoncini dei milanesi». Ticket anche per i residenti? «No, penso piuttosto a incentivi. Destinerei eventuali fondi della finanziaria alla rottamazione dei furgoncini più vecchi». Il vicesindaco Riccardo De Corato sottolinea invece che «chi si aspettava sul tema fughe in avanti o retromarce si è dovuto ricredere, il sindaco è riuscito ad arrivare a una sintesi attenendosi alle linee guida del programma».
Dubbi anche in Forza Italia. «Si può pensare di far pagare tutti i mezzi non catalizzati. E forse gennaio è un po’ presto per partire» va in frenata la coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini. E il responsabile cittadino, Luigi Casero, precisa: «Deve essere un provvedimento sui veicoli inquinanti e non tutti lo sono. Come indicato nel programma, si tratta di un ticket ambientale».
In controtendenza la Lega. È Matteo Salvini a difendere a oltranza il ticket per tutti: «Servono scelte coraggiose perché stiamo morendo soffocati.

Chi entra deve pagare, come e quanto lo vedremo». In sintonia con il sindaco anche anche Euromobility, l’associazione a favore di forme di mobilità ecosostenibili: «Non sono più sufficienti misure tampone, servono interventi come il ticket di ingresso nelle città».

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