«Non scorderò mai Ibra ma Eto’o segna come pochi»

L'Inter non ha dato una grande impressione di sè nelle prime tre uscite di questa tournèe americana, ma una certezza è arrivata dritta negli occhi di tutti: la squadra non può prescindere da Dejan Stankovic, gambe da paura, legnata improvvisa, chi prende prende, a volte anche la porta.
Ogni volta di lui sorprende la grande umiltà, ragazzo meraviglioso come lo ha definito Josè Mourinho che sta riprendendo colore e voglia, ieri ha perfino scherzato sulla voce di una probabile partenza di Douglas Maicon: «Se lui parte - ha detto Josè riferendosi al difensore brasiliano -, io parto con lui…i cinquanta milioni entrati nelle casse dell'Inter possono bastare».
Scherzava e rideva. Stankovic pensando al Milan un po' meno: «Perché questa non è e non sarà mai un'amichevole».
Con Dejan entrare in clima partita è facile, basta guardarlo negli occhi.
Ha sofferto in questi tre giorni per una botta rimediata contro i messicani dell'America. Una contusione che gli ha procurato un ematoma che gli impediva perfino di piegare la gamba. Lo si era capito subito anche dalla tribuna, era una stupida amichevole che valeva meno di niente, chiunque avrebbe alzato il braccio e chiesto di uscire. Dejan no, Dejan ha tenuto duro, zoppicava ma assaliva l'avversario, lui è un giocatore che potrebbe tenere testa a capitan Zanetti nell'attaccamento alla maglia. Sentite come parla di questo derby dall'altra parte dell'Oceano: «Questa per me e per i miei compagni è la prima vera partita della stagione. Finalmente sono rientrato a lavorare con il gruppo, l'ematoma è sparito e proprio non voglio perdermi questa partita. Forzando avrei potuto giocare anche con il Chelsea ma non ho voluto rischiare e ho lavorato per essere in forma per questo derby. Questa partita non la prende sottogamba nessuno, e a nessuno va di perderla o giocarla con leggerezza».
Josè finalmente ha tutto il gruppo a disposizione, manca solo Eto'o, assenza non da poco. Dejan dice: «Se mi chiedete cosa penso di Eto'o vi rispondo che basta leggere il libro del calcio per capire di chi si sta parlando, credo che in questo momento sia uno fra i primi cinque al mondo per reti realizzate. Questo non significa che io e i miei compagni abbiamo dimenticato Ibrahimovic, ci dispiace che sia andato via, ma c'è dispiaciuto anche per Maxwell».
Insomma, concetto chiaro.
Comunque ecco il derby americano a quaranta minuti scarsi da Boston, tifosi in giro per Boylston street e Copley Square con le magliette delle due milanesi, ressa davanti ai due hotel che ospitano le squadre, previsto l'esaurito: «Sarà una partita bellissima, affascinante come tutti i derby - dice Dejan -. Diciamo che è una di quelle partite dove vincere è importante ma anche evitare di farsi male. Gli infortuni in questa prima parte della stagione possono complicare tutta la preparazione e trascinarsi.

Dico questo perchè noi siamo molto carichi e un po' di rischio c'è sempre. Il Milan è più debole? Non ci credo proprio. Anzi sono sicuro che prima della fine del mercato se dovesse essercene bisogno si rinforzerà».
CDC

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