Ma non si dica che siam tornati sulla terra

A desso non si dica che siamo tornati sulla terra. Non si gridi al miracolo mancato. Non si pensi che l’Italia ha tradito le attese. Forse solo chi non conosce la lunga storia del rugby poteva improvvisamente pensare che Bortolami e compagni potessero infilare ieri la terza vittoria consecutiva nel Sei Nazioni.
È finita male: otto mete a due. Ma soprattutto è finito tutto alla fine del primo tempo, quando Gordon D’Arcy ci ha trafitto con la meta del 20-12, quella di fatto ha creato il break in una partita che poi non ha avuto più storia. Ma ieri, forse non tutti l’avevano capito, avevamo di fronte la squadra più brillate del momento nel rugby europeo. Una squadra che probabilmente sarà protagonista anche ai prossimi mondiali. Noi invece la nostra parte l’avevamo già fatta, battendo scozzesi e gallesi che in questo momento sono più alla nostra portata. Con quelle due imprese abbiamo conquistato definitivamente il rispetto del vecchio mondo ovale, ma non potevamo pensare di ribaltare completamente una storia secolare.
Anzi, dietro quelle due splendide vittorie c’era (e rimane) il pericolo che si perdesse d’occhio la realtà. Due partite che hanno provocato il giusto entusiasmo, ma anche una strana euforia, improvvisamente abbiamo scoperto rugbisti dappertutto, ci siamo trovati di fronte un’Italia tutta ovale un po’ come tutti parlavano di strambate e di spinnaker dopo le notti della coppa America. E magari non avevano mai preso nemmeno un traghetto.
Adesso ci siamo ritrovati con mezza Italia in mischia dalla mattina alla sera, al bar, sul treno, in ufficio. Una quarta linea virtuale da schierare dietro il nostro pacchetto, pronti a travolgere ogni avversario sotto un mare di banalità. Così, mai come in questo caso, si può dire che la sconfitta con l’Irlanda sia stata salutare. Non per gli azzurri, che sanno benissimo qual è la storia del rugby, ma per tutto il baraccone che improvvisamente si è messo a viaggiare al loro fianco, magari pronto a recriminare perchè non hanno fatto un altro miracolo.
Il rugby, per fortuna, è una cosa seria.

Il Galles, che quest’anno ha rischiato il cucchiaio di legno, nel 2005 ha fatto il Grand Slam. La Scozia, che venti giorni fa ha perso in casa con noi, potrebbe rifarsi al mondiale. Gli azzurri lo sanno, ma deve saperlo anche l’Italia.

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