In un mondo del calcio decisamente eurocentrico, la Coppa d'Africa fa più notizia per i giocatori «scippati» ai grandi club, lesti nel lamentarsi ma ancora più veloci nell'accaparrarsi i maggiori prospetti emersi dal torneo, piuttosto che per i contenuti tecnici di una manifestazione in continua crescita. L'edizione numero 27 della Coppa d'Africa si svolgerà tra il 10 e il 31 gennaio per la prima volta in Angola, ex colonia portoghese indipendente dal 1975, dove per l'occasione sono stati costruiti quattro stadi nuovi di zecca. Tra questi lo sforzo maggiore è stato profuso per l'Estadio 11 de Novembro, il mega-impianto da 50mila posti sito nella capitale Luanda e che il 31 gennaio ospiterà la finalissima.
Un instancabile esploratore del Continente Nero quale il giornalista polacco Ryszard Kapuscinski sosteneva che, alla luce delle profonde diversità religiose e culturali dei suoi abitanti, l'Africa «esiste solo per una comodità geografica». Lo stesso discorso vale per il calcio. Angola 2010 propone il meglio di scuole e stili agli antipodi. Si passa dal 4-3-3 aggressivo e potente della Costa d'Avorio al geometrico e lineare 3-4-1-2 dei bi-campioni in carica dell'Egitto; dal classico e compatto 4-4-2 dal Camerun al catenacciaro e ruminante 4-3-2-1 dell'Algeria; infine dal fisicamente esplosivo 4-4-1-1 del Ghana, forte nel possesso palla, al 4-3-3 della Nigeria, rapido e letale nelle ripartenze. La differenza, al solito, la faranno i singoli e le motivazioni personali.
Due le favorite d'obbligo: Costa d'Avorio e Camerun. Gli ivoriani godono dei favori del pronostico grazie ad una rosa qualitativamente eccelsa (Drogba, Kalou, i fratelli Kolo e Yaya Tourè, più l'emergente Gervinho), ma rischiano di pagare dazio ad uno spogliatoio turbolento e alla crescente pressione (non vincono dal 1992). I Leoni Indomabili possono per contro contare sul miglior marcatore di sempre della manifestazione, Samuel Eto'o (16 reti) e su una mediana centrale composta dal talento purissimo di Song Billong e Makoun.
Il Ghana si presenta imbottito di giovani, tra cui il neo-milanista Adiyiah e l'ottimo esterno Inkoom, reduci dal successo nel Mondiale under 20, e punta sul centrocampista «totale» Essien, il giocatore africano più costoso di sempre: 38 milioni di euro spesi nel 2005 dal Chelsea e mai rimpianti. Accanto al «Beckenbauer nero», occhi puntati sul suo piccolo clone Annan. Nigeria versione Speedy Gonzales grazie a Obinna, Taiwo e Oba Oba Martins, con Obi Mikel in regia a dettare i tempi. Pesanti invece le assenze per l'Egitto: Zaki e Aboutrika, gli eroi del successo nel 2008, sono ko. Difficile difendere il titolo aggrappandosi al solo Zidan.
Possibile sorpresa il Mali più forte di sempre: la dorsale Sissoko-Keita-Kanoutè promette bene. Da non sottovalutare nemmeno i padroni di casa dell'Angola della stellina Manucho Goncalves e il Benin del devastante Omotoyossi, la versione color ebano dell'Incredibile Hulk.
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