I film diretti da Oliver Stone hanno troppa o troppo poca fama; i film scritti da lui hanno qualità ed esito costante, anche perché lo sceneggiatore, in lui, supera il regista. Se il suo talento delleccesso è temperato da un saggio regista, abbiamo film che restano nella memoria: Fuga di mezzanotte, Conan il Barbaro, Scarface, Lanno del dragone, Evita. In La vita è un gioco fatto di centimetri, libro-intervista con lui, firmato da Marco Spagnoli con Rudiger Sturm (Reality Book, pagg. 123, euro 14), la personalità di Stone è ribadita, mentre ne emerge anche la cultura, rara per un regista, e il coraggio di essere stato volontario in guerra.
Lo spirito di Gian Luigi Rondi - al centro di un altro libro-intervista, Rondi visto da vicino di Simone Casavecchia (Edizioni Sabinae, pagg. 114, euro 18) - è ben diverso. Cattolico-comunista fra guerra e dopoguerra, critico cinematografico de Il Tempo da oltre sessantanni, ne ha visto - dopo la morte nel 1973 del fondatore Renato Angiolillo - il declino. Di questa attività, da spettatore privilegiato e organizzatore inveterato, il libro è il compendio: direzione della Mostra di Venezia, presidenza del Festival di Roma, amicizie con Rossellini e la Lollobrigida...
Non sparate sul regista, intervistatelo
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