Non tutta la crisi vien per nuocere: per esempio i prezzi delle case...

La situazione delle costruzioni nella nostra città desta non poca preoccupazione, perché in effetti la crisi economica si trova ad aggravare quella del mercato immobiliare e in particolar modo quella della produzione edilizia più recente.
Non dimentichiamo che negli anni passati i livelli di costruzione di case toccarono limiti mai raggiunti nella nostra storia e tutto questo con l'incongruenza del fatto reale che poi la nostra economia non fosse in una crescita continua o di forte spessore.
Il normale cittadino però si domanda perché oggi non riesce ad affittare casa a un prezzo ragionevole, per non parlare del proibitivo acquisto, di fronte al logico ragionamento che una domanda residenziale, in calo crescente da almeno tre anni, dovrebbe anzi far scendere i prezzi non di poco. Mentre non esiste portone che non abbia affissi cartelli di «vendesi» e «affittasi», si continua a costruire e progettare da ogni parte e per di più, in armonia con la data fatidica del 2015, in forme architettoniche di grande volume, destinate perciò a contenere davvero migliaia e migliaia di nuovi locali.
È bene convincerci che questa crisi nel settore durerà molto più del pensabile e andranno rivisti da parte dei costruttori parametri come la redditività, la tempistica, e il gusto e le esigenze del pubblico consumatore, che come sempre dopo periodi bui, si muta senza che in fondo nessuno se ne accorga. Ed ecco allora che il settore edilizio per sopravvivere, oggi si rivolge automaticamente alle opere pubbliche, grandi, piccole, utili o inutili che siano, perché per loro il credito da qualche parte salta sempre fuori.


Ci sembra che questo periodo così negativo possa davvero essere una opportunità per rivedere le regole del gioco, e fare in modo che una casa possa finalmente essere alla portata di un numero di cittadini molto maggiore di quelli che se la possono permettere oggi.

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