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«Non vedo calciatori bamboccioni»

RomaIl countdown verso Sud Africa 2010 inizia al centro romano della Borghesiana, che nell’anno d’oro del Mondiale lippiano fu sede di uno stage di due giorni (una delle novità del ct viareggino). Nel verde alla periferia della Capitale, Biondini e Candreva sono le facce nuove e il tormentone Cassano rimane - per una volta - solo sullo sfondo. D’altronde l’effetto Garrone, che prima annuncia brutte storie sulla mancata convocazione di Fantantonio e 24 ore dopo si rimangia tutto, smoscia anche la timida domanda di un cronista.
Guai deviare il discorso, inutile chiedere un giudizio sul fatto che l’Inter sia o meno una squadra di picchiatori o su Ibra a un passo dal divorzio con la nazionale svedese, avversaria degli azzurri mercoledì prossimo a Cesena. Marcello Lippi è concentrato sulla creazione del gruppo dei 23 e sulla mezza giornata che gli azzurri passeranno tra i terremotati dell’Aquila. Ma anche l’Italia-Olanda di sabato, pure amichevole di prestigio, vedrà in campo una nazionale con tante assenze importanti. Una, possibile, quella di Buffon bloccato dall’influenza. «Vedrete, Gigi ci sarà, ha sette vite come i gatti, è un canarino scolpito nel marmo», il commento con il sorriso di Lippi. Una, sicura, quella di Daniele De Rossi per la frattura allo zigomo. «Voleva esserci. Era pronto a giocare con la mascherina, ma il chirurgo che lo ha operato lo ha sconsigliato», ha confessato il ct.
Meglio allora avventurarsi in un po’ di sociologia spicciola sui giovani italiani, e non solo quelli in odore di Nazionale. Partendo - stavolta sì - dalla polemica scoppiata due settimane fa, quando Mourinho aveva parlato di una generazione di calciatori non pronta; a lui si erano poi accodati altri allenatori di A. «È esagerato - ha detto Lippi - quando sento parlare di giovani immaturi. A me piacciono molto. Non possiamo pretendere che un ventenne oggi sia uguale a un ragazzo di trent’anni fa: sono figli dei tempi, e anche se non hanno grandi esempi li trovo intelligenti, maturi e pieni di passione. Altro che bamboccioni: se si parla dei giovani usando questa parola, allora bisogna toccare altri problemi della nostra società. Bisogna considerare che persone di una certa età occupano ruoli di spicco, non vogliono lasciare il posto e non preparano la successione».
Già, ma Balotelli e Santon, gli unici due italiani in lizza per una maglia da titolare nell’Inter e ora per diversi motivi lontani dalla possibilità di un posto in squadra, non sono nemmeno in azzurro. «Mi dispiace per Santon - ha sottolineato il ct - per sperare di arrivare al Mondiale deve giocare un po’ di più. Ma non sono preoccupato e non metto bocca nelle vicende di una società. E stavolta lo abbiamo lasciato all’Under 21, troppo importanti e decisive le partite di qualificazione in programma. Sulla maturità di Balotelli, dico solo che tutte le volte che è in campo fa cose importanti, è un giovane di grande qualità». Ma l’azzurro dei grandi, per ora, non lo ha mai visto.


Il più giovane, nel gruppo della Borghesiana che ha un’età media di 27,6 anni, è il deb Antonio Candreva, romano classe 1987. «I giovani di oggi poco maturi? Non siamo tutti così, almeno quelli che conosco io», ha chiuso il cerchio il calciatore del Livorno.

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